Il tuo pianto
non mi lascia
dormire
e veglio con gioia.
Ti nutro
e mi sento
una Madonna del latte
in un dipinto
del Quattrocento.
Ogni giorno
sei più prezioso
mentre
mi doni
la felicità
a lungo cercata.
Il tuo ventre
è inadatto alla vita
come una pietraia
d’alta montagna.
Ti ci seppelliresti
in quella pietraia,
soffocando
nel tuo dolore.
Hai perso un figlio,
sgusciato via
come un pensiero
sfuggente.
Ma in certe notti
insonni
un pensiero insistente
visita la tua mente,
infarcendola
di sogni.
Avrei
potuto allattarti
in certi giorni
profumati
di maggio.
Avrei
ascoltato
ogni tuo vagito
benedicendo
il cielo.
Avrei
imparato
a comprendere
i tuoi sogni
nello scorrere
felice
dei giorni.
Balbetto pensieri,
cercando conforto.
Il nulla
raccoglie
il dolore
che spargo
parlando
di te.
La tua vita
lontana
mi ferisce
ogni giorno,
mentre cerco
un senso
al destino.
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