Emozioni tra pannelli e didascalie

 

 

 

 

 

        Genova - Palazzo Ducale dal 12 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025

 

 

 

        Fantasticando davanti alle immagini

 

Se avessi avuto una figlia, le avrei raccontato favole per illuminare di colore ogni giornata.

 

Berthe Morisot, La favola (1883)

 

 

Se avessi avuto una figlia, avrei giocato con lei, come una coetanea vivace.

 

Berthe Morisot, Fanciulla con la bambola (1884)

 

 

Se avessi avuto una figlia, le avrei mostrato la tenerezza e l’amore per ogni creatura.

 

Berthe Morisot, Julie Manet o Bambina con gatto (1889)

 

 

Se avessi avuto una figlia, l’avrei accompagnata nella gioia della primavera con emozioni sempre nuove.

 

Berthe Morisot, Sul melo (1890)

 

 

Se avessi avuto una figlia, in un pomeriggio sotto l’arancio mi avrebbe rivelato le gioie di un amore nascente.

 

Berthe Morisot, Sotto l’arancio (1889)

 

 

Se avessi avuto una figlia, avrei ascoltato i suoi racconti colmi di meraviglie segrete.

 

Berthe Morisot, Pastorella sdraiata (1891)

 

 

Se avessi avuto una figlia, avrei vegliato sul suo sonno scrutando i sogni ebbri di gioventù.

 

 

Berthe Morisot, Ragazza addormentata (1892)

 

 

 

Se avessi avuto una figlia, la sua musica avrebbe accompagnato le mie giornate, riempendomi la vita.

 

Berthe Morisot, Fanciulla con il mandolino (1891)

 

 

 

A dire il vero una figlia l’ho avuta, solo per poco tempo nel ventre.

 

 

(20 gennaio 2025)

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://palazzoducale.genova.it/mostra/impression-morisot/?gad_source=1&gclid=Cj0KCQiAy8K8BhCZARIsAKJ8sfQcyjlH0Oklx_O96-RP0eczYQagjxWqVDkSOnUAcgYLRZ07QR0iCVsaAkIlEALw_wcB

 

        Milano, Palazzo Reale, 14 settembre 2024 – 26 gennaio 2025 

 

 

In sosta davanti ad alcune opere

 

Malinconia (1900-1901)

 

Ascolto la tua voce che sgorga dal dipinto.

Ci animiamo, cercando scampo ai nostri dolori.

Spegni i tuoi occhi, invitando a gettare i miei nell’scurità per annullarli nell’umor nero.

 

 

 

 

 

Sera. Malinconia (1891)

 

Ti ascolto, se vuoi parlare.

Fingo di osservare l’orizzonte, scrutando il tuo sguardo stanco.

Aspetto con te che arrivi una nuova giornata, fiduciosa nel prossimo sole.

 

 

 

 

 

 

La morte nella stanza della malata (1893)

 

Questa stanza potrebbe essere la mia, in un giorno qualsiasi dei prossimi mesi.

La morte, oramai, è compagna fedele. Aspetto solo il suo ultimo abbraccio.

 

 

 

 

La morte e la primavera (1893)

 

I fiori non hanno più importanza, neanche l’aria profumata e le grida dei bimbi.

Non contano la Pasqua imminente, le giornate luminose ed il risveglio fecondo della terra.

Il mondo si restringe in una bara, offerta alle lacrime di chi resta.

 

 

 

 

La morte al timone (1893)

 

La morte decide sempre la direzione.

Non valgono pianti e preghiere contro il suo volere supremo.

Tanto vale lasciarle il comando, come dominatrice dei venti e delle onde.

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

https://www.palazzorealemilano.it/mostre/il-grido-interiore

 

        Genova, Palazzo Lomellino, 26 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025 

 

 

 

In cerca di rosso

 

 

Un drappo rosso, come una chiazza sanguigna che risveglia i miei dolori.

 

Giovanni Benedetto Castiglione, il Grechetto, Il sacrificio di Noè dopo il diluvio, 1640 (particolare)

 

 

Uno sprazzo colorato nelle ali di un angelo mi suggerisce di abbandonarmi alla speranza.

 

Giovanni Battista Carlone, Tobiolo guarisce il padre Tobia dalla cecità, 1630 (particolare)

 

 

Mi incanto osservando le fantasie di una veste straniera.

 

Franz Luyckx von Leuxentsten, Giovanni Agostino Durazzo vestito alla turca, 1665-1666 (particolare)

 

 

Un mantello vermiglio da indossare come protezione nelle giornate più buie.

 

Giovanni Lorenzo Bertolotto, Giovanni Agostino Durazzo condotto alla presenza del sultano Maometto IV, post 1667 (particolare)

 

 

Un tappeto per perdersi nei dettagli.

 

Anatolia occidentale, Ushak, Tappeto Pandolfini “Lotto”, fine XVI secolo – inizi XVII secolo (particolare)

 

 

Una bandiera con un crocifisso che annuncia la salvezza.

 

Pittore fiammingo attivo a Genova, Allegoria della spedizione contro i Turchi della santa Lega, 1538 (particolare)

 

 

L’abito della Vergine conforta mi come l’amore materno.

 

Gregorio e Lorenzo De Ferrari, Madonna di Lepanto, 1712

 

 

Abiti rossi mi raccontano di un passato lontano…

 

Cornelis de Wael, Il pasto degli schiavi, XVII secolo

 

 

Osservo il mantello di Cristo, forse proprio quello toccato da una donna (Marco 5,25-34) prigioniera del sangue. Rosso.

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

https://www.palazzolomellino.org/index.php/notizie/eventi-mostre/170-ottomani-barbareschi-mori-e-altre-genti-nell-arte-a-genova-fascinazioni-scontri-scambi

 

      Installazioni, sculture e fotografie realizzate dai ragazzi del centro diurno Jona nel cortile di Palazzo Tursi a Genova dal 6 al 14 novembre 2024

 

 

Vorrei essere un bimbo che cerca il proprio volto nell’anima di chi lo ama.

 

 

Vorrei rubare certe ali per sorvolare sulle mie angosce, allontanandomi.

 

 

Vorrei ascoltare le storie rinchiuse nell’anima delle immagini.

 

 

Vorrei ornare di colori tutti gli specchi che incontro, sfruttando antiche vesti immalinconite.

 

 

Vorrei chiedere a certi occhi di tentare nuovi sguardi, scordando quelli usuali.

 

 

Vorrei evitare gli specchi per non incontrare le mie rughe, figlie di dolori invecchiati.

 

 

Vorrei annullarmi, avendo fiducia in un particolare vulcano.

 

 

Per ora mi limito a rifugiarmi in una galleria…

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://www.anffas-genova.org/mostra-artistica-come-in-uno-specchio

 

https://smart.comune.genova.it/comunicati-stampa-articoli/mostra-come-uno-specchio-nel-cortile-di-palazzo-tursi?fbclid=IwY2xjawGbFx1leHRuA2FlbQIxMAABHYEDVaDiQLiyb-zy6nYdfEmSY0JnjKdM4QvqvhDeQvPqp-SD-Gmjpplg_w_aem_HPnltTtQU4uEGG2J3bXtHA

 

         Visita alla mostra scegliendo, con criteri personalissimi, un’immagine per ogni tema proposto…

 

I sentimenti si annidano nelle forme immobili di Staglieno; l’obiettivo di una macchina fotografica li rivela, esaltandoli con scatti colmi di sensibilità.

 

La rassegnazione si incarna in un volto con lo sguardo triste che si posa su un libro di preghiere.

 

La speranza è in una giovanissima dai bei capelli che legge un libro, forse scorgendovi tracce di un futuro sorridente.

 

Il coraggio si manifesta in una donna decisa mentre osserva una sfida che solo lei comprende.

 

La perseveranza si offre di spalle. Il volto va immaginato, cercando un sogno.

 

Per saperne di più:

https://www.funerali.org/cimiteri/valorizzazione/quello-che-le-donne-dicono-rassegna-fotografica-di-claudia-torello-allo-staglieno-72829.html

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