Fantasie suggerite da un'immagine

Fernando Botero – La vedova (1997)

 

          So di essere un simbolo di dolore.

          Non solo perché sono vestita di nero ma per lo sguardo e per la desolazione, pur colorata, che mi circonda.

          A ogni suonar di campane risento quelle “a morto” per mio marito; credo succeda anche ai miei figli, questa carne viva rimasta sulla terra a piangere chi non è più qui.

          Mia figlia gioca con una bambola in lutto; vorrebbe vestirsi di nero anche lei ma non possiamo permetterci abiti nuovi.

          Qualcuno ha regalato a mio figlio un camion giocattolo; ogni tanto ci gioca e dice che lo userà per andare fino in Cielo per riportare qui il suo papà.

          A volte, chi mi guarda mi confida il suo dolore per sentirsi meno solo.

          In quei momenti mi sento utile e capisco tanti perché…

 

 

 

Una fiera a Rostov Velikij

V. G. Šubina

1999

 

 

 

Oggi sono venuto alla fiera con mia nonna! Per me è proprio una festa!

Da un mese conto i giorni aspettando questo momento!

La nonna è contenta, ma so che è anche un po’ triste; vorrebbe comprarmi tante cose ma non ha i soldi…

 

 

 

Mi diverto a dar da mangiare i colombi. Vedete come si avvicinano?

Veramente vorrei fare un’altra cosa, ma non si può…

 

 

 

 

Vorrei avvicinarmi al venditore di giocattoli; c’è un cavallino di legno che è il mio sogno… ma cerco di far finta di niente! So che la nonna non può comprarmelo…

Mi scappa quasi da piangere… Cercherò di farlo stanotte, quando lei non può sentirmi, dopo aver pregato per la mamma che è in cielo.

 

 

 

Ah! Ecco! Sta arrivando la mia amica Julia. So che sua mamma le ha promesso di comprarle tanti giocattoli oggi alla fiera.

Forse qualche volta mi presterà il cavallino di legno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VOLTRI Marinaio col figlio, foto Comaschi.

Collezione Nedo Gonzales

 

 

 

Siamo padre e figlio. Lo siamo da poco tempo.

Il mio piccolo marinaio ha tanta malinconia negli occhi, pensa spesso alla sua mamma che è andata in cielo, lasciandolo solo al mondo.

Io e mia moglie l’abbiamo accolto a casa nostra, su suggerimento del nostro parroco.

Il reverendo conosceva la nostra sofferenza del non avere figli e delle speranze ormai perse, e soprattutto sapeva quanto può essere dura la vita negli orfanotrofi.

Ora siamo in tre, forse in quattro perché a volte le lacrime del bimbo evocano la presenza della sua mamma. E’ una strada faticosa, un mare brutto in cui navigare.

Ma guardate come sono orgoglioso di mio figlio!

 

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“Nascita del Battista”

Maestro dell’incoronazione di Urbino (XIV secolo)

Palazzo Barberini - Roma

 

 

 

 

Sono a sinistra del quadro. Voglio stare nascosta.

E’ nato Giovanni, il figlio di Elisabetta e Zaccaria; adesso il bambino è in braccio a una donna mentre la Vergine Maria sta porgendo un brodo caldo alla puerpera, sua cugina.

Io non c’entro niente con tutto questo, con tutta questa gioia.

Da quando l’Arcangelo Gabriele ha annunciato a Zaccaria la nascita di Giovanni in questa casa la vita è cambiata; in meglio, come solo con l’arrivo di una nuova vita può succedere.

Volete sapere chi sono?  Sono una vicina di casa di Elisabetta e Zaccaria.

Quanto dolore ho condiviso con Elisabetta! La nostra sterilità ci ha reso sorelle per tanti anni; passavamo ore a riflettere sul nostro triste destino di donne senza figli.

Poi per lei è arrivato il miracolo; mentre il suo ventre cresceva lei diventava per me un’altra persona. Lontanissima.

In questi mesi ci siamo limitate a salutarci; Elisabetta, conoscendo a fondo la mia amarezza, sapeva bene che era meglio non soffermarsi troppo con me. E’ stato il suo modo di essere caritatevole nei miei confronti. Le sarò sempre grata per questo atteggiamento.

 

Sono molto felice per la nascita del suo bambino, ma ora torno a casa mia.

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.barberinicorsini.org/

 

https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/53123/nascita-di-San-Giovanni-Battista

 

https://m.facebook.com/BarberiniCorsini/posts/534691057003674

 

Vangelo secondo Luca I, 1-45

 

 

 

“La Visitazione”

Antonio Pirri – secolo XVI

Museo Poldi Pezzoli - Milano

 

Mi vedete? Sono la donna vestita di bianco alla destra del quadro.

Faccio parte della famiglia di Elisabetta, sono sua cognata.

In questo momento, mentre vedo le due cugine che si abbracciano, sono felicissima.

La mia gioia dura già da qualche mese, da quando ho saputo che Elisabetta diventerà mamma; il suo dolore per il desiderio di maternità finalmente è finito!

Sono stati anni difficili per lei, e anche per me, in modo diverso. Tutte le volte che il mio ventre cresceva mi sentivo in imbarazzo, quasi in colpa, nei suoi confronti. Avrei dato qualunque cosa perché anche Elisabetta vivesse la gioia di essere mamma.

Lei era sempre serena con me e festeggiava le nascite dei miei figli, ma, si sa, lei è una santa. Io, al suo posto, non sarei riuscita ad andare a congratularmi con chi avesse raggiunto il sogno inseguito anche da me. Ma io sono tutt’altro che una santa.

 

Adesso mi avvicino alle due cugine; voglio congratularmi anch’io con Maria per l’arrivo del suo bambino…

 

 

 

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Antonio_pirri,_visitazione,_1480-1500_ca._(emilia)_01.JPG

 

 

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