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Previsione
Morirò
fissando
una finestra
d’ospedale.
Immaginerò
i miei sogni
infranti
fuggire via
come uccelli
migratori
nella luce
del mattino.
Morirò
fissando
una finestra
d’ospedale.
Immaginerò
i miei sogni
infranti
fuggire via
come uccelli
migratori
nella luce
del mattino.
Mi manca
il mare
in quest’estate
chemioterapica
e non
elioterapica.
Ogni notte
sogno
di nuotare
nell’azzurro salmastro ligure
sentendomi
nel ventre materno,
temendo
il prossimo tuffo
nella vastità
eterna.
Mi manca
la luce;
il respiro
stentato
ha l’anima
di un deserto
col profumo
di un confine
estremo.
Dite a mia madre
del mio arrivo
imminente
nel cielo
in cui vive.
Dite a mia madre
che
– mano nella mano –
cammineremo
nei verdi prati
dell’eternità.
Dite a mia madre
che lascerò
sulla terra
i sogni irrealizzati
e le angosce
incomprese.
Se i miei giorni
non fossero contati
come quelli
di un contratto precario,
passerei ore infinite
ad ammirarti.
Rinuncerei
a viaggi
ed incontri
per ripetere
il tuo nome,
adorando
il tuo colore.
Illumineresti
i miei sogni
con l’entusiasmo
rosato
che i tuoi petali
diffondono.
Tornando al reale,
ti chiedo il perché
del mio poco tempo;
mi rispondi
che anche
i tuoi fiori
hanno
il destino
segnato.
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