Letture di varia provenienza

 

 

 

“Racconti brevi” di Marco Vichi e Giancarlo Caligaris – Edizioni Magdalena

 

        Incontri con la morte tra le pagine…

 

Talvolta la morte è leggera, come un soffio di lacca spruzzato con garbo nel ritocco finale su una chioma leggiadramente ordinata.

Talvolta la morte si incarna in un fiume di lacrime che scorre senza sosta, mentre infinite voci domandano perché?

Talvolta la morte svela sul lontano passato scenari inimmaginabili, frutto di colpe che si sublimano sussurrando una richiesta di perdono.

Talvolta la morte è accompagnata da rabbia invidiosa nutrita dalla solitudine, mostrando tracce del suo passaggio solo a sguardi capaci di percepire anche i pensieri.

Talvolta la morte segna tutta una vita, occupando la memoria con odori e suoni e generando pianti per un lutto che non trova quiete.

Talvolta la morte prevede un brindisi, festeggiando una liberazione a lungo sognata.

Talvolta la morte si diverte, sogghignando in uno studio notarile alla lettura di un testamento…

 

Per saperne di più:

https://www.magdalenaedizioni.it/libro2.html

 

        “Io sono Cucina” di Clizia Nicolella – Edizioni Magdalena

 

         Un’emozione per racconto…

 

Un racconto mi richiama alla mente tutte le fantasie fatte sull’Aldilà.

Un racconto mi propone una frase che spesso mi è girata per la testa: Ho sentito il desiderio d’aria, come quelli che hanno nostalgia di un luogo o di una persona che non hanno mai conosciuto.

Un racconto mi presenta un pensiero in cui riconoscermi: Sto bene solo in treno, in fuga dal presente.

Un racconto mi intristisce perché probabilmente non andrò più in vacanza.

Un racconto mi parla di alimentazione, che a breve dovrò cambiare a causa di una lunga e antipatica terapia

Un racconto mi porta indietro nel tempo, quando il mio piccolo ospite bielorusso si divertiva fingendo di essere un cane.

Un racconto mi offre una verità da applauso, cioè che la sofferenza degli altri è facile da sopportare.

Un racconto mi dice quanto sia importante la grammatica, anche in contesti inaspettati!

Un racconto mi sbatte in faccia quanto tempo avrei passato volentieri nei blog per mamme, se la vita fosse stata un po’ più benevola nei miei confronti…

Un racconto mi regala una frase in cui si riconosce un frammento della mia vita: magari la gioia di uno sarà il dolore dell’altra.

Un racconto mi suggerisce che non solo nella scuola il massimo che può succedere è una bocciatura…

Un racconto mi fa pensare che, potendo scegliere, un giorno diventerei Biblioteca (magari Sezione Poesia).

Un racconto mi colma di nostalgia, pensando al mio (ex) piccolo ospite bielorusso che affronta l’età adolescenziale con il suo corredo di indolenza in una terra lontana.

Un racconto mi ricorda che una volta un referto ha detto che stavo morendo.

 

Per saperne di più:

 

https://www.magdalenaedizioni.it/libro1.html

 

 

Immagini silenziose - 25 itinerari dentro e fuori le mura del cimitero monumentale di Staglieno in Genova di Luciano Rosselli e Matteo Pastorino – Erga Edizioni

 

 

 

 

In questi giorni in cui si fa sentire più forte la nostalgia del mio “bambino (ormai ragazzino!) di Chernobyl”, che avrebbe dovuto essere in Italia per una settimana di vacanza, mi tiene compagnia un libro, destinato certamente a diventare compagno fedele di prossime uscite.

 

Conosco già tutti i luoghi descritti (qualcuno meglio e qualcuno peggio); vivo così questa lettura come l’occasione di approfondire ulteriormente amicizie consolidate e di farne crescere altre ancora un po’ superficiali.

 

Con il protagonista del testo, il Cimitero Monumentale di Staglieno, ho un legame iniziato nell’infanzia. Ricordo che da bambina ci andavo con la mia mamma una volta alla settimana per fare visita a una zia defunta intorno ai 30 anni, quando ero molto piccola.

 

Ho un ricordo intenso e piacevole di quei momenti nella grande necropoli, certamente anche dolorosi per mia madre rimasta senza la giovane sorella. All’epoca avevo già intercettato dei preferiti ed altri che mi facevano paura… Talvolta immaginavo storie sui personaggi di marmo incontrati…

 

Con lo stesso spirito di curiosità (che mi illudo di aver mantenuto intatto!) mi affido ad Immagini Silenziose per scoprire percorsi e luoghi in cui annacquare i tristi pensieri di questi giorni.

 

Forse, un giorno, proporrò questi percorsi a un giovane figlio della Russia Bianca….

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://erga.it/catalogo/immagini-silenziose-silent-pictures/

 

 

 

“Andar per statue. A Genova e in Liguria in 85 tappe” di Patrizia Traverso e Stefano Tettamanti – Il Canneto Editore

 

         Curiosando tra le pagine di un libro ricco di spunti dedicato a statue liguri

 

La divisione in zone geografiche rende agevole la consultazione, progettando una gita o almeno una deviazione per ammirare le opere descritte.

Mi diverto a costruire il mio virtuale e personalissimo percorso, quello del cuore e della memoria scegliendo alcune delle 85 tappe descritte.

 

Inizio dalla Strega di Triora, ricordando di aver visitato con interesse il museo della stregoneria del paese. E’ passato tanto tempo…

Sarà il momento di tornarci?

 

 

E la tempesta ci sorprese

Due miglia dopo Capo Horn

 

Avendo in mente questi versi di una canzone di Roberto Vecchioni, mi reco a Imperia Porto Maurizio ad ammirare la statua dedicata a tutti i naviganti che hanno doppiato Capo Horn. Mi piacerebbe tanto farmi fotografare a fianco del fiero timoniere.

Sarà possibile?

 

 

Mi sposto a Pietra Ligure ad omaggiare il protagonista del libro della mia vita: Don Chisciotte. Vorrei passare ore davanti all’effigie dell’eroe della Mancha per raccontargli che grande ruolo abbia avuto per me da quando l’ho incontrato.

Gli interesserà?

 

Da Sestri Ponente percorro il sentiero (intriso di ricordi!) che sale al Monte Gazzo per un saluto devoto alla statua della Madonna. Quest’opera di Antonio Brilla colpisce per le dimensioni colossali.

Saranno così mastodontiche anche altre creazioni dello stesso autore?

 

Adesso mi intrufolo nella mia scuola di un tempo, il Liceo Colombo di Genova, nella zona del Carmine, per fermarmi davanti alla statua del grande navigatore a cui è dedicato l’istituto. Mi diverto un po’ a chiacchierare con lui dei tempi passati.

Ma si ricorderà di me?

 

 

Mi sposto di pochissimo, restando nel quartiere del Carmine dove, in Piazza Bandiera, è collocata la statua di Enea. La vita mi ha portato a passare molto spesso di qui senza, ad esser sincera, notare tanto quest’opera. La consuetudine rischia di dar per scontati luoghi e cose.

Riuscirò, in futuro, ad apprezzare anche ciò che è familiare?

 

Sempre a Genova vado in Piazza Tommaseo per ammirare la statua di Manuel Belgrano. Il mio interesse per la storia dell’emigrazione mi ha fatto conoscere questo illustre ligure in terra argentina.

E’ abbastanza nota la sua vicenda?

 

Lascio Genova, vado nel comune di Valbrevenna; proprio presso il Municipio incontro l’Emigrante.  E’ questa, di tutte le statue del libro, la mia preferita. Ho le radici in questa valle, come i miei antenati emigrati. Mi immagino i loro discendenti orgogliosi del cognome ligure, anche se pronunciato in un’altra lingua e, soprattutto mi domando: sogneranno un ritorno?

 

 

http://www.cannetoeditore.it/libri/arte-e-grafica/andar-per-statue-a-genova-e-in-liguria-in-85-tappe-di-patrizia-traverso-e-stefano-tettamanti/#.X3TVCBAzbIU

 

 

 

 

 

“Sterilità feconda: un cammino di grazia” di Marco Griffini – Ancora editrice

 

         Riflessioni in lettura

 

Il titolo rimanda a un controsenso, uno dei tanti che la vita può offrire.

E’ un libro che accompagna a conoscere meglio una situazione che, quando si presenta, può portare molta sofferenza. Il percorso proposto è alla luce della fede, una consolazione quando la ragione è fagocitata dal dolore.

Leggere queste pagine aiuta a sentir meno la solitudine che si prova talvolta quando una certa situazione indesiderata e inaspettata sconvolge l’esistenza.

La ricerca biblica occupa un ruolo importante bel testo, illustrando il valore simbolico della sterilità nelle Scritture. Vi è anche una parte di “vita vissuta” che illustra gli effetti della mancanza della prole desiderata nella coppia; a questo proposito si può citare una frase a pagina 81:

 

“Non aveva né volto, né nome, ma ‹esisteva›; qualcosa che si proiettava fuori da loro, ma a loro, una volta, strettamente connesso.”

 

Il percorso in cui il libro conduce porta poi all’adozione, all’amore offerto a un bambino abbandonato per cui, appunto, la sterilità diventa feconda.

 

 

www.fondazioneaibi.it/regali-solidali/pubblicazioni/32-sterilita-feconda-un-cammino-di-grazia.html

 

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