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Vorrei
Vorrei
ridarti
la vita,
rubandola
al sole
e ai sorrisi
di bambini
incontrati
per caso.
Vorrei
regalarti
l’affetto
che la morte
ti ha negato
nell’alba
dei tuoi giorni.
Vorrei
ridarti
la vita,
rubandola
al sole
e ai sorrisi
di bambini
incontrati
per caso.
Vorrei
regalarti
l’affetto
che la morte
ti ha negato
nell’alba
dei tuoi giorni.
Cerchi
le tracce
dei tuoi avi,
sfogliando
un archivio
o leggendo
le lapidi
in un cimitero
sperduto.
Ascolti
la voce
del tuo sangue
antico
in un dialetto
che custodisce
emozioni
e memorie.
Assaggi
i sapori
della terra
che han lasciato
i tuoi vecchi,
ed è come
se banchettassi
con loro;
il cibo
accomuna
le vite,
sfidando il tempo.
Abbracci
uno sconosciuto
che ha
il tuo stesso cognome,
discendente
di chi
in America
non ci è andato.
Mi sento in un sogno,
avvicinandomi
a fatica
alla tua lapide.
Ti riassumo
i miei ultimi anni
di sogni mai realizzati.
La morte
ti ha trovato padre,
senza che il tuo sangue
scorresse verso generazioni
future
ma coagulato e rinsecchito
in una sterilità
da pietra
tombale.
Resta
un affetto
che sfida
lo scorrere
di calendari
impietosi.
Ho sentito
l’inverno
nel tuo ultimo
sguardo.
Il tuo addio,
ricoperto di neve,
mi ha lasciato
senza speranza,
senza felicità,
senza futuro.
Cose
che si perdono,
cose
che si rompono,
cose
che invecchiano,
in un continuo
aggrapparsi
alla vita,
sgretolandosi.
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