Ti sento

gioioso,

per nulla vanesio

e ogni maggio

ti sogno

alle pendici

dell’Antola

dando spettacolo

per frotte

di escursionisti

che ti fotografano,

che si fotografano.

 

 

Come se

ti avessi partorito.

 

Come se

il mio sangue

avesse dato vita

al tuo sangue.

 

Come se

il mio volto

fosse stato

il tuo primo

incontro

con il mondo.

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Mi domando perché

quando, triste, mi perdo

nel dolore per te.

 

Animata da un sogno

mi arrampico verso

il pensiero di te.

 

Perderemo ben presto

il contatto col vero,

ma di Luce Infinita

ci vestiremo io e te.

 

 

Vi cerco in tutte

le piccole tombe;

in quelle fresche

di pochi giorni

e

in quelle antiche,

incrostate

dal tempo

che lascia intatto il dolore.

 

Vorrei inondarvi le lapidi

di fiori e giochi,

di peluche e palloncini,

di lettere e disegni

e di ogni simbolo

di un amore

che sfida giorni,

anni

e secoli.

 

E vorrei potervi

amare tutti,

con l’amore

delle vostre mamme.

 

Quando,

con tenerezza,

mi accosto

ai vostri marmi

sento

lo strazio di chi

avete lasciato

che si incarna

nelle epigrafi

e pare

farsi presenza,

buia e urlante.

 

Vi dono

le preci

richieste,

e mi affido

alle vostre

che riempiono

il cielo,

come farfalle

in un giardino.

 

 

 

 

https://www.ivarchineltempo.it/index.php/ricerche/angioletti

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