Vivendo il Babyloss Awareness Day

 

Aspetto, impaziente,

ogni 15 ottobre,

il giorno da dedicare

ai bimbi alati

fuggiaschi

verso il Cielo.

 

 

Sono

con le sorelle,

compagne di destino,

e anche la piazza

della mia città

diventa una di noi,

giocando coi colori.

 

 

 

 

Il rosa e l’azzurro,

l’azzurro e il rosa

si trasformano

in acqua

che scroscia

e zampilla,

incuriosendo

chi non sa.

 

 

 

 

Vorrei

un 15 ottobre

senza tramonto,

per scrivere ogni nome,

immaginare ogni volto

e ogni vita

che non ci sarà.

 

 

 

Fatica

e attenzione

per sfidare

il tempo.

 

La Liguria

ne è ricca

a Levante

e a Ponente;

i monti

si trasformano

in piccole pianure

da fecondare.

 

E quando

in un sentiero

la parete pietrosa

mi affianca,

una presenza affettuosa

cammina con me.

 

 

 

 

 

Ogni volta che

mi specchio

vedo

la tua tomba

vuota.

 

Ti ho deposto

nel freddo vuoto

che non voglio ricordare

anziché

in una culla calda.

 

Ti penso,

immune dal dolore,

nel Cielo che ti ha

accolto

come io

non ho potuto fare.

 

E così,

madre senza figlio,

tomba senza salma,

ogni giorno

invento

un epitaffio

per te.

 

 

Ci si sveglia

in festa

per le feste finite.

 

Ritorna la normalità

e il vestito doloroso

si confonde meglio

in quotidianità

senza festoni.

 

 

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