Mi sembra

di averti

appena

lasciato partire

per il tuo viaggio

eterno.

 

 

 

Gli anni

sono passati,

inutili,

senza vederti

crescere.

 

 

Pensandoti,

aspetto un incontro

in un cielo strapieno

di palloncini

per te.

 

 

 

 

 

Il bambino

non partorito

è scappato

tra rivoli

rossi

e crudeli;

è volato

dritto

al Cielo,

e

dal Cielo

visita

i cuori

di chi è rimasto

senza

un perché.

 

 

 

 

 

Perderti

è stato

il mio

11 settembre,

il mio

“nulla sarà più come prima”.

 

Continuo

a raccogliere

brandelli

della mia vita

sparsi

da quando

è nata

la tua morte.

 

Ogni tanto

la vita mi illude

facendomi pensare:

“Ho pianto

tutte

le mie lacrime!”

 

Ma,

imprevisto,

il pianto risorge,

come se

il tuo volo

fosse

appena iniziato.

 

 

 

 

 

Un antico

salmodiare

accompagna

la voce

del mare

vicino.

 

 

Guido Sette,

“genuense legato transmarino”,

qui

riposa sereno,

come un padre

per i neri

figli di Benedetto.

 

Ogni glicine

che incontro

in pergolati

e bersò

mi riporta

qui

dove vorrei

richiamarvi

uno a uno,

antichi fratelli

oranti.

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