Siete miei figli
e di tutte le donne,
sfiancate dal dolore,
che si trascinano nella vita
domandandosi:
“perché?”
Novella Rachele,
piango
e prego
per chi non è più.
Siete miei figli
e di tutte le donne,
sfiancate dal dolore,
che si trascinano nella vita
domandandosi:
“perché?”
Novella Rachele,
piango
e prego
per chi non è più.
Neanche Venezia
ha attenuato
il dolore
partorito
dalla tua assenza.
A San Francesco del Deserto
cerco il silenzio
e chiedo preghiere
ai figli del Serafico.
Tra le case colorate
di Burano
mi fingo in una favola
ma la finzione non salva.
Piccolo fiore,
ti ho perso per strada.
Ti ho cercato
amandoti,
ti ho amato
pensandoti.
Ti ho visto nel sogno.
Non sei.
Mi sono accartocciata
nel tuo ultimo battito.
Sei il ricordo postumo
di una breve vita da farfalla.
Fantasticato volto,
immaginato nome,
indimenticato amore.
Perdita in attesa
Si torna
a braccia vuote.
La casa,
pronta ad essere nido,
diventa tomba.
Il grembo vuoto
reclama
la presenza sfuggita.
Non mostratemi
bebè paffuti,
pappe e corredini.
Da tre
si diventa
zero.
Perché il dolore annienta.
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