Emozioni tra pannelli e didascalie

 

 

 

 

 

 

         Mostra dedicata al Punto Croce presso il Museo Navale di Villa Doria a Genova Pegli dal 16 al 24 Novembre 2019

 

 

 

         Del punto croce mi hanno sempre affascinato gli alfabeti; ardite geometrie compongono le lettere come su una moderna pergamena pregiata!

         E i fiori! Mi ricordano i disegni che facevo da bambina su una base di quadretti; mi sentivo tanto più sicura che su un foglio completamente bianco.

         Ogni tanto in questa mostra intercetto qualche data (1781 e 1839 per esempio); e mi emoziono leggendo quei numeri in fila, pensando a un amato poeta che ha scritto:

 

Adoro le date. Le date: incanto che non so dire,
ma pur che da molto passate o molto di là da venire.1

 

 

         Un Pater Noster scritto a punto croce mi riporta al primo testo imparato in latino, quando, in quarta ginnasio, iniziava la mia storia d’amore con questa lingua…

         Mi soffermo su quelle che mi sembrano delle bambole con i loro grembiulini ricamati; uno di questi presenta una casetta rossa con alberelli verdi, sembra proprio quella che sogno per un’altra vita!

         Ci sono gli animali! Così anche in questa mostra gioco a fare animal watching, come mi succede qualche volta in giro per musei. In un’opera, per esempio, incontro dei cervi, un pavone e un Agnus Dei (quindi è presente anche l’aspetto devozionale!); in un’altra uccellini, coniglietti, pecorelle e un cane vicino alla sua padroncina.

         Un mazzetto di violette mi cattura; sarebbe lungo da spiegare ma un ricordo d’infanzia ha il sopravvento sull’osservazione del ricamo.

         Una ghirlanda natalizia tiene compagnia a una gattina con un fiocchetto rosa davanti a una finestra; lo ammetto, il Natale mi mette malinconia. Per questo motivo non mi soffermo tanto sulla sezione della mostra dedicata a questa festa.

         Dei fiori primaverili con i loro colori mi rallegrano, mentre tento di individuare i vari passaggi del ricamo.

         Un mazzo di narcisi mi sembra la miglior immagine della giornata, quella da ricordare nei momenti scuri.

         In un’opera individuo una nave; soggetto azzeccato! In fondo siamo in un museo navale!

         In una scatola leggo “blu” in varie lingue. Che bella idea! Gioco a cercare la parola negli idiomi a cui sono più legata…

         Un quaderno (o un’agenda) ha una bella copertina con una rosa rossa ricamata; mi ricorda i lavori a punto croce che faceva mia mamma…

 

         Mia mamma amava tanto quest’arte e oggi, dal Cielo, certamente ha visitato la mostra con me.

 

 

1 Guido Gozzano, L’Ipotesi

 

 

Per saperne di più:

 

http://www.lavocedigenova.it/2019/11/09/leggi-notizia/argomenti/attualita-4/articolo/pegli-in-villa-doria-arriva-la-bella-mostra-dedicata-al-punto-croce.html

 

http://www.museidigenova.it/it/content/museo-navale-di-pegli

 

http://www.cup99.it/cup99/Home

 

         Mostra di attrezzi degli "antichi mestieri" presso “La Festa dei Genovesi” a San Cipriano – Serra Riccò (1 settembre 2019)

 

         Pensando alla località della Val Polcevera la mente va istintivamente a Caterina Campodonico, la “venditrice di noccioline” che proprio anche a San Cipriano esercitava la sua attività. E mi sembra di vederla aggirarsi tra le bancarelle, offrendo nocciole e dolciumi nel suo abbigliamento del XVIII secolo. Resto nel passato, in fondo sono qui per questo, visitando la mostra dedicata agli antichi mestieri che è parte della “Festa dei Genovesi”.

 

 

 

         La mostra di San Cipriano mi ricorda le attività del passato esercitate non lontano da qui, a Pedemonte, sempre nel comune di Serra Riccò, di cui restano tracce d’archivio.

 

         Ecco delle tenaglie; ne aveva anche mio papà tra i suoi attrezzi, inevitabile un attimo di malinconia…

 

 

 

         Le serrature! Oggetti preziosi per proteggere e sentirsi sicuri, affascinanti nel loro aspetto arcaico.

 

 

 

 

 

         Ferri per cavalli di città: chissà che belli i quadrupedi urbani che li indossavano!

 

 

 

 

 

         Guardando le sagome per scarpe tra gli attrezzi da calzolaio mi aspetto che da un momento all’altro prendano vita per correre via, o per danzare….

 

 

 

         I ceppi (non sapevo si chiamassero così) da calzolaio mi sembrano originali oggetti d’arredamento…

 

 

 

 

 

 

         Gli attrezzi del barbiere mi ricordano un signore gentile dal triste destino, conosciuto tempo fa….

 

 

 

 

         Un altro settore è dedicato agli oggetti da parrucchiera che potrebbero raccontare quanto ascoltato nel loro passato, tra riccioli e tinture!

 

 

 

         Un’incudine antichissima! La scelgo come oggetto simbolo di questa esposizione che valorizza il passato dalla particolare prospettiva del mondo del lavoro.

 

 

 

 

         Bellissime chiavi antiche! Certamente aprono case fatate e castelli incantati in qualche favola…

 

 

 

 

 

 

          Voltri dalla fine dell’800 al 1910 nella collezione di cartoline di Nedo GONZALES

         Genova – Circolo ACLI di Via G. Buffa 15r – dall’8 al 15 giugno 2019

 

 

 

A giugno da qualche anno il quartiere genovese di Voltri mi invita ad un appuntamento speciale: un incontro con il passato.

La memoria del luogo si materializza nelle cartoline d’epoca, pronte ad incuriosire e stupire, della collezione di Nedo Gonzales.

E, così, dimentico di essere nel 2019 e mi ritrovo, attraverso alcune immagini della mostra, nei primi anni del ‘900: che imperdibile opportunità!

 

Ho un fresco ricordo della Villa della Duchessa di Galliera quindi ritrovo con gioia questo luogo, mentre un pensiero malinconico e affettuoso va alla sua famosa proprietaria.

 

 

 

L’immagine delle spiagge è quella che mi affascina di più; mi concedo una passeggiata nel 1902 nella spiaggia di Sant’Ambrogio curiosando tra piccole imbarcazioni, pensando ai cantieri che verranno…

 

 

Eccomi qualche anno dopo, nel 1906, nella spiaggia di Sant’Erasmo, meravigliandomi per la sua grandezza.

 

 

 

 

 

Torno indietro nel tempo, nel 1904, e mi sposto sul Ponte sul Leira, mi diverto ad osservare i riflessi nell’acqua.

 

 

 

 

 

Mi sposto nel 1903 e mi aggiro tra le bancarelle di Via Garibaldi, in occasione della “festa di San Carlino” che viene celebrata in onore di San Carlo Borromeo la domenica successiva al 4 novembre dalla parrocchia di Sant’Ambrogio1. A proposito della grande devozione voltrese per il santo milanese ricordo che Goffredo Casalis nel 1854 scrive che “migliaja di lumi rischiarando la processione notturna fanno spiccare la pittoresca vaghezza del luogo2.

 

 

 

 

Passo dal sacro al profano e, nell’estate del 1905, mi aggiro tra i vari stabilimenti balneari, ammirando i costumi da bagno (e i cappellini!).

 

 

 

 

Viaggiando nel tempo l’estate successiva decido di fermarmi ai “Bagni Regina Elena”; quanto mi piace lo chalet in legno!!!

 

 

 

Termino la mia permanenza nella Voltri del passato nel 1908 e, come si fa in una vacanza, mando i saluti a chi non è con me!

 

 

 

 

 

 

 

      

                1 www.santambrogiodivoltri.it/san-carlino.php

                2 Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi, Torino, 1854, volume XXVI, pag. 614          

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           Alla scoperta della Regola di Vita di San Francesco di Assisi

 

         Genova - Museo Beni Culturali Cappuccini  -  fino a domenica 30 giugno 2019

 

         Un’occasione per conoscere la Regola di San Francesco attraverso parole, oggetti e opere d’arte…

 

 

Difficile resistere al richiamo di San Francesco; riduttivo definirlo un amico, anche se in fondo mi piace pensarlo così…

Quindi eccomi puntuale alla mostra primaverile del Museo genovese dei Beni Culturali Cappuccini, pronta ad emozionarmi (e ad imparare)!

Il percorso espositivo, tra le altre cose, mi racconta che all’origine Francesco non pensava a una regola, ritenendo sufficiente il Vangelo sul quale impostare la vita, solo in seguito ne decise la costituzione.

Un utilissimo pannello mi racconta (spero una volta per tutte!) la storia delle tre famiglie del Primo Ordine Francescano.

 

 

 

 

 

Nell’Albero Serafico dell’Ordine Francescano cerco di individuare San Felice da Cantalice.

 

 

 

In passato sono stata proprio nel paese reatino del santo francescano, forse per chiedere una grazia che è meglio non ricordare.

 

 

Mi avvicino a un Crocifisso del Maragliano; potrei stare qui a meditare per ore.

 

 

 

Un dipinto di Bernardo Strozzi, San Francesco nel deserto, mi porta con il pensiero a un’isola della laguna veneta dove, tra le lacrime, ho confidato un dolore a una statua dell’Assisiate.

 

 

 

 Mi rianimo davanti a una Bibbia col commento di San Girolamo del XIII secolo.

 

 

 

Il codice in origine era parte del patrimonio del monastero della Cervara di Santa Margherita Ligure, a cui sono legati alcuni cari amici del passato.

 

 

Un’opera della manifattura cappuccina del XVIII secolo mi mostra San Francesco che riceve le stimmate.

 

Vorrei essere a La Verna dove l’evento è accaduto per ricevere consolazione in quel luogo così santo.

 

 

 

 

 

La pianeta utilizzata da San Lorenzo da Brindisi (1559-1619) soddisfa, almeno per oggi, la passione per i paramenti liturgici.

 

 

 

La vestizione di Santa Chiara, opera del 1603 di Cesare Corte, mi porta immediatamente a San Damiano dove la seguace di San Francesco è morta e la preghiera me l’ha fatta sentire infinitamente vicina. Che nostalgia!

 

 

 

La malinconia arriva puntuale davanti a documenti d’archivio relativi a Gaetano Bausa da Santa Margherita Ligure, cappellano militare in Russia. Non mi sento di stare troppo davanti a queste carte…

 

 

Mi avvicino ai pannelli che presentano i Cenni Cronologici della Vita di San Francesco, radunando emozioni e ricordi.

Termino la visita con uno schermo mi regala immagini sul tema Il cinema e la Regola di San Francesco.

Una parte della mia vita sicuramente si è intrecciata al percorso francescano e Assisi è quasi una casa abbandonata controvoglia.

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

 

www.bccgenova.it

 

 

 

MARAGLIANO   1664-1739

Lo spettacolo della scultura in legno a Genova

Genova - Museo di Palazzo Reale

Teatro del Falcone, 10 novembre 2018 – 10 marzo 2019

 

Finalmente incontro in un unico luogo varie opere dell’artista genovese, finora cercate o ammirate per caso una ad una. In questa occasione le sculture mi si offrono insieme, in una carrellata di meraviglia lignea che voglio ricordare a lungo.

Arriva da Rapallo un San Sebastiano che ha a terra la veste, l’elmo e lo scudo da soldato romano; lo accompagna un documento d’archivio del maggio 1700 che parla di lui. Gioisco sempre quando un’opera d’arte è presentata col valore aggiunto delle carte che l’hanno vista nascere!

San Rocco normalmente “abita” nella chiesa di San Martino di Zoagli, ha una veste che mi fa pensare a una pianeta fiorita di broccato. Mi soffermo a osservare il cane che ha il pane in bocca. Quanto mi piacerebbe una mostra dedicata al cane che accompagna il santo di Montpellier! Chissà se è mai stata fatta?

Una sequela di Crocifissi mi appare come l’immagine “simbolo” di questa mostra; scelgo, se così si può dire, il mio preferito. E’ quello proveniente dalla chiesa di San Michele nella frazione San Michele di Pagana di Rapallo. Mi fermerei in preghiera.

“Il Tempo” è una scultura normalmente conservata al Museo di Sant’Agostino di Genova; è in legno ma simula il marmo e sono caduta facilmente nell’inganno. Il soggetto è un vecchio alato con la falce in compagnia di un putto con la clessidra. Osservare quest’opera mi incoraggia a vivere sempre più intensamente, pensando a quanto sia affilata la falce…

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.palazzorealegenova.beniculturali.it/anton-maria-maragliano-1664-1739

 

Info

Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo le disponibilità e la reperibilità dei materiali.

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