Ogni tanto

la vita mi illude

facendomi pensare:

“Ho pianto

tutte

le mie lacrime!”

 

Ma,

imprevisto,

il pianto risorge,

come se

il tuo volo

fosse

appena iniziato.

 

 

 

 

 

Un antico

salmodiare

accompagna

la voce

del mare

vicino.

 

 

Guido Sette,

“genuense legato transmarino”,

qui

riposa sereno,

come un padre

per i neri

figli di Benedetto.

 

Ogni glicine

che incontro

in pergolati

e bersò

mi riporta

qui

dove vorrei

richiamarvi

uno a uno,

antichi fratelli

oranti.

 

Vorrei telefonarti

per dirti qualche cosa:

il mio ultimo dolore

e la prossima gioia.

 

Siam divise dal Freddo

che ricopre

le fosse.

 

Ti rivedo vestita

dei colori migliori,

col sorriso sicuro

e il Rosario sul cuore.

 

 

 

Approfitta dei colori

che ti mostrano

case centenarie,

come un arcobaleno

sempre nuovo.

 

 

 

Nuota

come in un

ventre materno

nel pelago ligustico,

aspettando

un altro festival

e pregando San Prospero.

 

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Come se

non fosse

successo niente.

 

Come se

tanti compleanni

ti avessero fatto crescere.

 

Come se

ci fosse stato

il primo giorno

di scuola.

 

 

Come se

ci fosse stato

il primo vagito.

 

 

 

 

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