Nell’entroterra ligure alla vigilia del lockdown
L’ ultima gita prima del confinamento dovuta al Corona Virus, da ricordare con nostalgia nei mesi di ferrea astinenza escursionistica.
Nelle giornate casalinghe mi sono domandata cosa rappresenti per me il cammino sui monti. Mi sono data tante risposte, alcune che coinvolgono l’anima, altre che richiamano le mie origini in un luogo dove un tempo i sentieri erano l’unica via di comunicazione.
Nelle riflessioni in quarantena ho capito che di una gita, come di altre cose della vita, mi piace in particolare l’attesa, studiandone in anticipo i luoghi e, soprattutto, i nomi dei luoghi. Che disciplina affascinante è la toponomastica! Anzi, non escludo, prima o poi, di gettarmi a capofitto in questa passione.
E la storia? La mia compagna di tante giornate, sempre pronta a risollevarmi nei momenti più bui? Certo anche lei s’insinua nei pensieri dei giorni precedenti una gita, raccontandomi dei territori che incontrerò.
In fondo, percorrere un sentiero offre un arricchimento utile per la vita, di cui ognuno può cogliere la sua personalissima dimensione.
Adesso rivivo quella gita dell’8 marzo 2019…
Inizio il percorso da Uscio devotamente, passando davanti a un’edicola mariana che presenta un’iscrizione indimenticabile per la tenerezza.
FERMATI
SALUTA LA MAMMA
SII DOCILE COME FIGLIO
BUONO COME COLONBA (1)
…………………
ANNO MARIANO
11-9-1954
Un cartello mi indica la Via del Mare diretta a Portofino
Più avanti incontro una casa in cui ormai abita solo la vegetazione.
Il dettaglio della costruzione in pietra mi incanta.
Mi guardo intorno e capisco perché ogni incontro con la natura sia occasione per rigenerarsi.
Un’altra casa antica sembra qui per rallegrarmi.
Una nicchia è ormai desolatamente vuota, ovviamente mi domando da chi sia stata abbandonata…
Antiche lastre poste sul terreno come sentinelle per segnare un confine testimoniano il passato e le sue tradizioni.
Laggiù il mare. Quanto mi manca!
Uscio si intravede tra i rami…
…e poi si svela totalmente!
Goffredo Casalis così racconta di questa località nel 1853(2):
Il territorio essendo irrigato da parecchi rivi è assai più fecondo di quelli dei confinanti comuni: le sue produzioni vegetabili sono in abbondanza il grano, la meliga, i marzuoli d’ogni sorta, le patate e le castagne.
Gli alberi spogli mi sembrano, come sempre, un dono sul cammino.
Ecco il Monte Tugio con una croce, a cui affidare la vita.
Fotografie scattate l’8 marzo 2020
(1) COLONBA: così nel testo.
(2) Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi, Torino, 1853, volume XXIII, pag. 424
Per saperne di più:
www.prolocouscio.it/