Fantasie suggerite da un'immagine

 

“Tomba Campodonico”

Lorenzo Orengo 1881

Staglieno – Cimitero Monumentale – Genova

 

 

         Ho chiesto a Lorenzo Orengo, scultore di grido, di ritrarmi in tutta la mia umiltà dignitosa.

         Ho indosso il mio abito migliore, ma con il grembiule. Il pizzo che porto è raffinatissimo, proprio come quello delle vere signore; lo scialle mi fa sentire elegante, come gli orecchini.

         La mia statua sembra così vera che ogni tanto mi aspetto che qualche passante mi chieda una collana di nocciole, o una ciambella.

         Sono la più povera qui nel porticato, ma i gran signori si sono abituati a me. E in fondo mi invidiano un po’, perché sono la più famosa.

         Finalmente sto ferma. Ho lavorato tanto tutta la vita, nel continuo vagare per fiere e feste patronali, proponendo i miei prodotti.

         La statua ha preceduto la mia morte; quando potevo venivo a vederla, o meglio, a vedermi come in uno specchio destinato a sopravvivermi.

        

         Parlavo solo il genovese, oggi ascolto le lingue di tutto il mondo perché tanti foresti si fermano ad ammirarmi, a fotografarmi e a fotografarsi con me.

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.staglieno.comune.genova.it/it/content/campodonico-0

 

 VOLTRI primi del '900, foto di una famiglia senza indicazione del nominativo. Collezione Nedo Gonzales.

 

 

         Non so quando è stata scattata questa fotografia; ricordo solo di essere stata in posa a lungo con la mia famiglia. Ho in mano la borsetta che mi avevano regalato per il compleanno. Ero così orgogliosa di quella borsetta; volevo sempre tenerla con me! La mamma non era d’accordo e me la lasciava usare solo nei giorni festivi.

         Con mamma e papà ci sono anche i miei fratelli; il più grande morirà in guerra alcuni anni dopo questo scatto. Ricordo le lacrime di mia mamma che non si dava pace per quel dolore.

         Gli altri miei fratelli sono partiti per l’America dopo la guerra, raggiungendo un nostro zio partito qualche tempo prima.

         Volete sapere di me? Due anni dopo questa fotografia sono stata “rapita da crudele morbo” come è scritto sulla mia tomba.

 

         Era proprio un amore il vestitino che avevo quel giorno!

 

“Tomba Grosso Bonnin”

Eugenio Baroni 1921

Staglieno – Cimitero Monumentale – Genova

 

 

         Mi trovi nel Reparto Protestante.

         Non rappresento solo me stessa ma tante altre donne che hanno vissuto il mio dolore.

         Sono morta sei anni dopo mia figlia Ornella, ma è stata a mia seconda morte. La prima volta sono morta con lei il 21 maggio 1909, nello stesso giorno in cui è nata.

         Guarda il mio ventre; è quello di chi ha appena sgravato ma senza vivere l’immensa gioia sognata.

         Ho in mano una cuffietta, l’avevo preparata per chi avevo in me. Non c’era solo la cuffietta ma anche scarpine, fasce, vestitini. Ho tenuto tutto per salvaguardare il poco rimasto di Ornella come se potesse continuare a vivere negli oggetti immaginati per lei.

         So che vuoi allontanarti, il mio è un dolore che non si vuol vedere. Ti lascio al tuo percorso tra i morti.

 

 

 

Per saperne di più:

https://ar-tour.com/guides/cimitero-monumentale-di-staglieno-genova-italia-1/tomba-grosso-bonnin.aspx

 

 

 

 

“Adorazione dei Magi”

Albrecht Dürer 1504

Galleria degli Uffizi - Firenze

 

 

         Dico, ehi, dico a voi! Che state qua davanti a guardare il quadro, guardate anche me! Guardate come sono carina!

         Su, dite la verità…. Mica vi aspettavate una farfalla in una “Adorazione dei Magi”. Eppure ci sono. Sono bianca; ogni tanto sento qualcuno dire che sono una cavolaia… Sarà vero… Anche se qui nel quadro cavoli non ne vedo… Voi ne vedete?

         Forse si, voi riuscite a vedere tutto, da fuori.

         Io passo il tempo a guardare il Bambino mentre riceve l’oro in dono. Guardate bene come si prende il suo regalo, allungando il braccino. Guardate anche la Madonna, ogni giorno mi sembra più bella! Mi piace tanto il suo velo che è dello stesso colore delle mie ali. Anche le fasce del Bambino sono bianche come me.

 

         Ehi, andate via? Avete già guardato tutto?

 

 

https://www.analisidellopera.it/adorazione-dei-magi-di-albrecht-durer/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritratto di giovane veneziana” 

Albrecht Dürer - 1505

Kunsthistorisches Museum  -  Vienna

 

         Il mio fiocco nero indica che sono in lutto. Per la mia mamma.

         L'ho persa da pochi giorni. Da pochi giorni ho scoperto che sono mamma.

         Mi sento come un ponte tra la vita e la morte; tra un corpo che ho vestito per la bara e uno che si forma nel mio ventre.

 

         Mia mamma non conoscerà sua nipote; non mi basteranno le parole per descrivere alla mia piccola le virtù di chi mi ha generato. Il sangue è lo stesso che scorre, rinnovato, di generazione in generazione.

 

         Mamma, ti sogno nella Luce Infinita.

         Figlia, ti accolgo come dono sognato.

 

 

 

 

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