Sono una panchina vicino alla chiesa di Nostra Signora del Rosario a Genova.
In un giorno di giugno del 2017, gli ospitanti di Kattim erano seduti qui. Attendevano di incontrare il loro bambino bielorusso di sette anni.
Ricordo bene quanto erano agitati con un guazzabuglio di emozioni difficili da gestire.
Ho saputo che il piccolo, dopo un periodo un po’ traumatico, si è affezionato a quella che chiama la sua “famiglia italiana”.
Ma ultimamente è arrivato il dolore, prima causato dalla pandemia di Covid e poi della guerra, e Kattim non è più tornato in Italia.
Oggi, per caso, gli ospitanti sono passati di qui; abbiamo pianto insieme.