Memoria di mortalità infantile
Un cimitero sul mare in un borgo di pescatori noto in tutto il mondo. Il dolore non cambia natura, neanche a Portofino.
Pasquale Ventura è ricordato da una piccola lastra di marmo in cui le date di nascita e morte (1937-1938) si intravedono tra la ghiaia bianca.
Il nome di Mario Schiaffino è in mezzo ad altri nella lapide di famiglia, l’anno 1926 ripetuto due volte ci dice che il piccolo non ha superato l’anno d’età.
Nicolino Sturlese è un bel bimbo di poco più di un anno dal ciuffo a cresta che fissa per sempre la macchina fotografica.
Ha superato i due anni Maurizio Salvatore Schiaffino, sorride appena tra il colletto di pizzo datato 1928.
Dario Gallotti è grandicello, nei suoi 13 anni; sulla sua tomba leggiamo “in memoria”. Allora ricordiamolo, pensandolo tra il luglio 1926 e l’ottobre 1939.
Essenziale la lapide di Sergio Giuffra, nato il 5 aprile del 1938 e morto nello stesso anno, il giorno di Natale, festività diventata certamente buia per tutta la vita della sua mamma.
Giovanni Costa è indicato insieme al nome del suo papà, anche lui Giovanni, e della sua mamma, Anna Gnecco; è precisato che è morto a Portofino nel 1887, a nove mesi.
Concludiamo il ricordo degli Angioletti di Portofino con Emanuele Vinelli. La nascita, il 25 giugno 1835, di questo piccolo è indicata con una frase dolorosa cioè aprì gli occhi al pianto, pensando forse alla valle di lacrime della Salve Regina. La morte è presentata con un’espressione frequente in questi casi: volò al Cielo l’11 aprile 1836.
Per saperne di più:
https://www.ivarchineltempo.it/index.php/ricerche/angioletti