Dettagli a Staglieno

 

Torno sempre volentieri in questa maestosa necropoli genovese. In fondo ogni volta scopro un nuovo dettaglio che arricchisce la memoria, i cui primi tasselli risalgono all’infanzia quando con la mamma andavo, una volta alla settimana, sulla tomba di mia zia. Provo a concentrarmi su qualche dettaglio per riceverne, come sempre, emozioni ed ispirazione.

 

Inizio osservando un fiore; un attimo di bellezza che sfida il tempo…

 

 

 

 

 

Alzo lo sguardo ed è come incontrare un amico: il ponte sifone sul Veilino!

 

 

 

Una rosa mi sembra la testimonianza di un amore che resiste, comunque.

 

 

 

Ecco altre rose, proprio come quelle che vorrei sulla mia tomba…

 

 

 

Mi distraggono un bel paio di stivaletti indossati da una giovinetta, ricordo che da piccola ne avevo di simili!

 

 

 

 

 

Un dettaglio mi porta ad incontrare un genovese illustre: il “papà” dell’Acquedotto Nicolay…

 

 

…segue un’epigrafe solenne:

 

PAOLO ANTONIO NICOLAY

UFFICIALE MAURIZIANO DOTTORE NEL COLLEGIO DI MATEMATICA

DEL PATRIO ATENEO

DI LIMPIDE E COPIOSE ACQUE ARRICCHI’ LA CITTA’

COLL’OPERA CHE DA LUI PRESE IL NOME

MANCATO AI SUOI IL DI’ 31 OTTOBRE 1871

 

 

 

 

Un bimbo si aggrappa al simulacro del padre, ormai defunto. Verrebbe voglia di prendere in braccio il piccolo e consolarlo.

 

 

 

 

Fiori freschi incorniciati da una corona antica, il presente si insinua nel passato…

 

 

 

 

 

Trecce e orecchini per abbellire un volto, destinato a sfidare l’eternità.

 

 

 

 

 

 

Una lampada per la tomba di due “angioletti” dei primi del Novecento.

 

 

 

 

Libri per ricordare l’undicenne Adolfo Giordano che fu, come racconta l’epigrafe,

“buono, intelligente, studioso” e “speranza diletta del padre che inconsolabile lo piangerà per sempre”.

 

 

 

 

Mi avvicino a un volto femminile che mi incuriosisce, sembra custodire i segreti degli anni vissuti in questo luogo di sonno eterno.

 

 

 

 

Un mazzo di rose blu mi sembra un omaggio nostalgico, di un cuore infranto.

 

 

 

 

 

 

Ecco il cartello a cui tempo fa ho affidato il mio cuore…

 

 

 

 

Un angioletto prega, e mi unisco al suo gesto.

 

 

 

Un bimbo offerto al cielo mi racconta tanto dolore, proprio quello che solo alcune donne conoscono.

 

 

Alcuni fiori tentano di consolarmi da certi tristi pensieri….

 

 

 

 

Osservo un omaggio floreale presso la tomba della grande benefattrice Giuseppina Tollot, a cui ho dedicato tanta passione.

 

 

 

 

 

Mi soffermo ancora davanti al monumento delle sorelle Tollot, leggendo con commozione le parole dedicate a Iacobita.

 

 

 Un piccolo lettore mi riporta a un momento felice, ormai lontano.

 

 

 

 

 Un angioletto se ne sta in disparte senza una tomba, come se si fosse perso…

 

 

 

 

 

Un ramo di rosa resiste, in equilibrio precario, su una croce; mi ci riconosco, appoggiandomi alla vita…

 

 

Un vaso rovesciato mi rimanda a tante sconfitte…

 

 

In un porticato il sole visita le tombe, illuminando la morte.

 

 

 

Un giocattolo mimetizzato incuriosisce i visitatori più attenti.

 

 

 

Un bambino tra i fiori osserva i passanti…

 

 

Come finire? Con un angioletto in volo, ma con le mani incrociate sul petto, proprio il gesto che il mio bambino della Russia Bianca usava per indicare la morte.

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.staglieno.comune.genova.it/

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio 2024

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