Torino – Palazzo Madama - fino al 16 luglio 2018
Il titolo fa pensare alla guerra che però non è l’unica protagonista dell’evento torinese. La mostra è un’occasione per immergersi nell’atmosfera del tempo medievale, proiettati nell’epoca passata grazie a immagini, oggetti e suggestioni.
Il mio cuore da paleografa mi porta ad incantami davanti alla bacheca che conserva i documenti, provenienti dall’Archivio di Stato di Torino, esposti per la bellezza dei loro sigilli.
Non amo le armi ma subisco il fascino di spade e punte di lance che si fanno ammirare, fiere del loro passato glorioso. Questi strumenti bellici dividono la vetrina con l’olifante che, per me, ne diventa l’assoluto protagonista. Torno indietro nel tempo, alla scuola media, alle ore di Epica, quando ho incontrato Rolando che, appunto, suonava l’olifante. La didascalia della vetrina mi fa scoprire che il corno derivato da una zanna d’elefante a volte veniva usato come reliquiario e conservato nei tesori delle chiese. Grazie per la notizia inaspettata!
Arrivo alla cassapanca, o meglio al “cofano” come dice la didascalia, del XIII secolo. E’ in legno di pino e abete e… me lo porterei via! Forse per casa mia sarebbe un po’ troppo! Sarà meglio lasciarlo tornare al suo Musée d’histoire du Valais di Sion.
Una chiave del XVI secolo mi commuove. Ne ho già viste di simili, facenti parte del mio patrimonio di ricordi, che non è il momento di disturbare.
Non sono mai stata a Chambery, anzi per ottimismo dico che non ci sono ancora stata, visto che è una meta dei sogni da realizzare. E’ quindi con entusiasmo che osservo il ciclo pittorico dedicato alla Chanson de Geste “Girart de Vienne”, conservato al Musée Savoisien proprio a Chambery, considerandolo un piccolo sul viaggio che, prima o poi, farò.
Per saperne di più:
www.palazzomadamatorino.it/it/eventi-e-mostre/mostra-carlo-magno-va-alla-guerra