Non domandarmi dove sono.
Sarei costretta a mentirti.
Perché sono qui?
Sono in cerca del passato. Come sempre.
Cerco qualche brandello di anima ancora aggrappato alla realtà che ha vissuto.
Soprattutto mi concentro sulle pietre, sulla loro capacità di custodire tracce percettibili a pochi eletti.
Scatto immagini a esseri non viventi che sembrano mettersi in posa, come una bimba con una bambola nuova.
Ah! Se c’è una data è meglio.
Una finestra, tra colori sfumati, può intercettare sguardi curiosi, senza rivelare quanto cela al suo interno.
Un tetto può dire molto, sempre solo a chi sa ascoltare.
Una porta socchiusa si lascia sorprendere, tra curiosità e paura.
Un albero vicino è come un amico fedele, a cui confidare ogni malinconia.
Ora comprendo che questo luogo è in attesa di una presenza.
Mi siedo anch’io ad aspettare.