In cerca di Giorgio Caproni in Val Trebbia

Da Genova mi accompagna alla Val Trebbia una strada, protagonista di versi efficaci del maestro livornese…

 

 

STATALE 45

 

È una strada tortuosa.
                                 Erta.

 

Tipica di queste nostre
zone montane.

 

                       Dovunque,
segnali d’allerta.

 

Fondo dissestato.

 

                                    Frane.

Caduta massi.

 

                                 Il motore
s’inceppa.

 

La ruota
slitta sull’erba che vena
l’asfalto.

 

La mente è tesa.

 

                                    Non basta

la guida più accorta.

 

                                A ogni svolta
la sorpresa sovrasta
l’attesa…

 

Procedere
con prudenza.

 

Bandire
ogni impazienza.

 

                           La ripa
si fa sempre più infida. 

Più subdola.

 

                    Più di una volta
la presunta meta
si rivela un’insidia.

 

 

 

Il piccolo cimitero di Loco di Rovegno accoglie da più di tre decenni il grande poeta….

 

 

 

La lapide fa pensare a certi suoi versi:

 

Lasciate senza nome, senza

data, la pietra bianca

che un giorno mi coprirà.

Col sole, prenderà

(forse) il colore delle mie ossa

-sarà,

nella sua cornice nera

la mia faccia, vera. 1

 

Il poeta è sepolto con l’amatissima moglie Rina.

Non riposa qui la prima fidanzata Olga Franzoni, morta il 7 marzo 1936 a 27 anni poco prima delle nozze. I resti della giovane - dopo il periodo in una tomba nel cimitero genovese di Staglieno - sono ora in una fossa comune dello stesso.

Ma la ragazza vive ancora in una poesia:

 

AD OLGA FRANZONI

                                          (in memoria)

 

Questo che in madreperla

di lacrime nei tuoi morenti

occhi si chiuse chiaro

paese,

 

ora che spenti

già sono e giochi e alterchi

chiassosi, e di trafelate

bocche per gaie rincorse

sa l’aria, e per scalmanate

risse,

 

stasera ancora

rimuore sfocando il lume

nel fiume, qui dove bassa

canta una donna china

sopra l’acqua che passa.

 

 

Poco distante dal cimitero, una casa rosa custodisce la memoria di tanti suoi giorni.

 

Proprio tra queste mura negli anni della Seconda Guerra Mondiale era collocata la scuola in cui insegnava Caproni, talvolta suonando il suo amato violino.

 

 

 

Una lapide incarna l’affetto del territorio con l’aiuto degli ultimi versi di “Sospensione”…

 

 

 

SOSPENSIONE

(da Marsiglia, in Porto Vecchio)

 

È bloccato in contrada

marittima.

 

Vorrebbe

proseguire.

 

La strada

– persa – dove conduce?

 

È in piena oscurità.

 

La vista

– sotto il sole stridente –

gli s’incenerisce.

 

Niente

(ha letto una volta in latino)

di più buio della luce.

 

(Nil obscurius luce)

 

Si smarrisce.

 

(Il cammino

comincia qui? Qui finisce?)

 

Un’altra lapide, questa a Fontanigorda, mi catapulta in una festa paesana del 1936…

 

 

BALLO A FONTANIGORDA

 

Mentre per la pastura
si sparge l'amaro aroma
d'una sera silvana,
al suono dei clarinetti
chiari, fra luci di colori
e risa, s'infatua gaia
la danza d'una montana
allegria.

Bruciano alla bramosia
segreta, le carnagioni
giovani. A farne inquieta
l'aria, una folata
basta fino al confine
ultimo della prateria.

 

 

Resterò qui, a contemplare queste parole, e a leggere poesie.

 

 

Fotografie scattate il 18 agosto 2023

 

1 CAPRONI G., L’opera in versi, a cura di L. Zuliani, Mondadori, 1998, pag. LXXVII

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://viaggioinvaltrebbia.wordpress.com/2017/05/13/giorgio-caproni-poeta-valtrebbia/

https://www.youtube.com/watch?v=UlXhTURrJ6M

https://www.youtube.com/watch?v=L8Bl44OjBxM

https://issuu.com/consorziovaltrebbia/docs/frammenti-su-caproni

 

 

 

Info

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