Vorrei passare tempo infinito in questo luogo, memorizzando ogni dettaglio.
Un trogolo su cui vorrei scoprire molto, come succede sempre quando incontro qualche oggetto che custodisce una storia.
Il verde mi cattura lo sguardo e la mente, mentre accolgo tutti i benefici che questo colore dona all’anima.
Una sensazione simile viene suggerita da certi fiori, di cui ovviamente non so il nome.
Intanto il paese inizia a mostrarsi.
Un reperto della comunicazione d’altri tempi sembra pronto per un museo!
Una meridiana cita versi immortali per la storia dell’emigrazione ligure… Anche il mio bambino proveniente dalla Russia Bianca aveva familiarizzato con quelle parole; che bel ricordo!
La strada mi invita a proseguire, ma la malinconia resta con me.
Vorrei bussare a questa porta che sembra essersi fermata a un lontano passato.
Un passato in cui forse qualcuno si affacciava da una finestrina incastonata nel muro di pietra.
Intanto il campanile continua il suo percorso, iniziato secoli fa.
Una lieve salita aiuta a immergersi nell’anima di questa affascinante valle ligure.
Che splendida porta con le manine bussatrici!
Una tenda con un ricamo a giorno forse è qui per ricordarmi la mamma…
Il campanile del paese è sempre più vicino.
Un cammino da esplorare in un’altra occasione…
…e un piccolo trogolo che testimonia un intenso passato.
Un antico dettaglio arricchisce le emozioni di questo giorno nell’entroterra genovese.
Scivolo e altalena che, in solitudine, aspettano i prossimi clienti…
Le tracce di un’antica finestra si insinuano nel presente…
…come il sepolcro della comunità di Santa Maria di Frassinello, datato 1671.
Un’altra porta a cui bussare!
Una targa mi racconta dei Padri Cappuccini che sessanta anni fa sono venuti qui a predicare…
…e due lapidi ricordano che le guerre hanno strappato figli a questa terra.
Sopra la porta della chiesa mi sorprende un versetto del “Cantico dei Cantici”: “Fortis ut mors dilectio”.
Aggrappandomi a queste parole continuo il mio cammino nel verde….
…andando da mio papà.