Fantasioso incontro in Val Brevenna (Genova)
Ho appuntamento con lei vicino alla chiesa del ponte di Senarega. Sto arrivando, sono un po’ in ritardo; mi spiace aver fatto aspettare una dama del suo calibro…
Eccola! E’ sul ponte. Mi fa un cenno con la mano. Per fortuna non sembra spazientita.
La prima cosa che noto è il suo abito; proprio un vestito medievale come lo sognavo da bambina, sfogliando certe pagine di storia del costume. E’ una veste aderente al busto e morbida nella parte inferiore con maniche ampissime! Soprattutto mi piace il colore: un bel verde, lo definirei smeraldo (spero di non sbagliare!). Non so il suo nome; per me è solo la “castellana di Senarega”.
La mia accompagnatrice in questo minitour in Val Brevenna è ansiosa di farmi conoscere il suo paese. Per cominciare ci avviciniamo alla chiesa della Madonna del Ponte.
Intanto scatto una foto ricordo del ponte, cercando di catturare l’essenza di ogni pietra.
Ops… Mi distraggo a guardare le margherite. Da un po’ di tempo in qua ho uno strano debole per i fiori… Con dolce fermezza la castellana mi suggerisce di rimandare le divagazioni floreali perché ha tante cose da dirmi…
In fondo ha ragione… Mi racconta che la cappella ha origine nel Seicento quindi, sue testuali parole, “è molto più giovane di me!”. Ma in fondo ormai lei si considera superiore a certe sottigliezze…
Ci avviciniamo poi a dei massi dove la mia guida mi fa notare delle antiche scritte, spiegandomene l’origine. Wow! Questa è proprio una storia interessante; prendo appunti con cura per non dimenticare.
E’ il momento di allontanarci. Ancora uno sguardo al pronao!
Passiamo davanti al pioppo monumentale; la castellana mi racconta che tanti vengono anche da molto lontano proprio per vedere quest’albero e che ognuno si porta via un’emozione.
Ora siamo in piazza: la castellana è orgogliosa di mostrare il luogo che ama in cui lo scorrere del tempo ha lasciato pochissime tracce, proprio come sul suo volto. Infatti l’unica cosa antica della signora è l’abito, per il resto sembra dotata di eterna giovinezza.
Sapendo di farmi piacere mi fa notare la cassetta per lettere delle “Regie Poste”…
L’antico oggetto scatena la memoria secolare della mia accompagnatrice, mi racconta con coinvolgimento di persone ed episodi legati a Senarega. In qualche momento la commozione si insinua tra le sue parole.
Siamo davanti alla chiesa, dedicata all’Assunta. Devo ricordarmi di tornarci per il 15 agosto!
Una porta ed altri particolari del paese accendono la mia curiosità, che la mia guida prontamente soddisfa.
Ci avviciniamo alla lapide in onore dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. Mi ricordo bene di loro! (http://pietracasuale.it/index.php/categorie/miscellanea/127-ragazzi-di-senarega)
La castellana mi invita a guardare qualcosa. Ah ecco, vuole farmi notare una scritta.
Bella frase (di Gabriel Garcia Marquez), mi sa che la metterò su Facebook!
Adesso andiamo a vedere l’oratorio di San Giovanni Battista. La mia accompagnatrice, che ben conosce i miei interessi, mi racconta il legame dell’edificio con la storia dell’emigrazione.
Anche il necroturismo occupa un posto di riguardo tra le mie passioni, quindi eccoci al cimitero di Senarega.
Una croce in marmo dai dettagli curati mi racconta di Giovanni Rossi, un negoziante integerrimo che nel marzo 1888 a 71 anni è mancato alla moglie dolente.
Una lapide mi propone di recitare un Requiem; è quella di Caterina Navone che nel 1871 ha lasciato marito e figlio.
Dei fiori incisi sul marmo mi invitano a ricordare Angela Rossi che nel primo giorno del 1898, all’età di 78 anni, ha raggiunto in cielo il marito Giovanni.
Dal 1901 i figli piangenti augurano riposo al nobile cuore Giovanna Armanino.
L’alfa, l’omega e il chrismon accompagnano nel marmo il nome di Angela Navone, nativa di Cerviasca, vissuta tra il 1813 e il 1855. Sempre di Cerviasca, con una tomba simile è Antonio Navone, per il quale ho uno sguardo particolare essendo morto il 19 settembre (cioè il giorno del mio compleanno!) del 1867.
Un saluto anche a Maddalena Navone, della stessa epoca e dello stesso paese!
Un’epigrafe mi racconta del dolore del marito di Pasqualina Navone, nativa di Roiale, morta a Cerviasca nel 1917.
Una tomba mi commuove in particolare, è quella alla memoria di un disperso in Russia: il tenente Pino Navone, nato il 18 luglio 1818.
Altra commozione arriva leggendo l’epitaffio di Rosa Navone che dopo lunga malattia sofferta con cristiana rassegnazione spirava nel bacio del Signore il giorno 26 ottobre 1887 nell’età di soli 35 anni, lasciando perenne memoria di sue virtù in quanti la conobbero.
Una croce sul marmo ricorda, simboleggiando il dolore dei figli, Giovanni Armanino, morto a Roiale a 64 anni nel 1905.
Un’altra tomba mi fa sentire l’eco delle preghiere di parenti ed amici dei coniugi Maria e Giovanni Armanino, morti negli anni Settanta dell’Ottocento.
Qualche anno dopo il cielo ha chiamato Margherita e Giuseppe Navone, vissuti nel lavoro.
La sepoltura di Maddalena Navone, defunta nel 1923, ricorda che la donna ha dedicato tutta la sua vita all’amore della famiglia.
Osservo con interesse una ghirlanda di fiori sulla lapide in cui si legge: caro ricordo di Armanino Santina - donna di elette virtù - fu sposa e madre esemplare – dal cielo ove godi il premio delle tue virtù benedici il consorte ed i figli che lasciasti inconsolabili.
Il volto di Rosa Navone, dopo una vita di lavoro e famiglia, osserva i visitatori in una foto sbiadita dal 1940.
Margherita Rossi, morta nel 1890, fu esempio di materno amore e, seguendo l’invito della sua lapide, prego per la sua anima.
Una piccola lastra di marmo mi porta a incontrare una bambina, o meglio, un angioletto, Tina Navone, volata in cielo nel 1927 a 15 mesi.
Mi rivolgo alla castellana e colgo un velo di lacrime sul volto prontamente sostituito da un lieve sorriso. Ci allontaniamo dal cimitero e la mia accompagnatrice mi chiede di essere fotografata, mettendosi in posa vicino a un’altalena.
Camminando su un acciottolato ci avviciniamo ad un arco.
Un’occhiata ai tetti di Senarega….
La castellana mi dice che è finito il tempo in cui può stare con me, mi saluta con un gesto gentile e si avvia verso la sua dimora.
E adesso io potrei andare a vedere il museo!
Fotografie scattate il 27 maggio 2020
Per saperne di più
www.museoarcheologicoaltavallescrivia.it/in-valle-scrivia....html