"La bella Angelina" di Rossella Jannello
In fondo questo è un libro che avrei voluto scrivere. Un intreccio ben dosato di letteratura e storia, indagando tra le fonti. Mi ricorderò di quest’opera se mai mi capiterà di imbattermi in una vicenda affascinante come questa.
Il sottotitolo de La Bella Angelina è sono morta per restare. Ovvio pensare a Carolina Invernizio e, in particolare alla poesia che le ha dedicato Marino Moretti, letta e riletta in passato.
Nella prima parte dell’opera, ambientata nella Catania di inizio Novecento, la protagonista si racconta in prima persona. Anch’io uso spesso l’espediente letterario dell’io narrante, sfruttandone il fascino e la capacità di coinvolgere.
A un certo punto la storia diventa contemporanea, potrei dire cronaca, e una vicenda surreale e inquietante si innesta nel percorso della protagonista. Così, come spesso succede, un evento lontano genera un’onda lunga nelle pieghe del presente.
Nella seconda parte del libro viene abbandonata la prima persona e il tono, sempre avvincente, diventa quello di chi racconta una storia con attenzione ad ogni risvolto.
Tra le righe della narrazione ho percepito, sempre presente, l’amore dell’autrice per il lavoro letterario creato e, ne sono certa, per la protagonista. In fondo si vive una maternità producendo un’opera dell’ingegno, almeno così m’illudo.
Nella stesura di questo appassionante lavoro certamente ha giocato un ruolo fondamentale la ricerca storica, si intuisce quanto l’autrice abbia consultato le fonti e studiato l’ambiente della Catania di inizio secolo.
Un applauso a Rossella Janello!
Per saperne di più:
https://catania.italiani.it/castello-di-leucatia-la-sfortunata-storia-della-bella-angelina-mioccio/