Caro piccolo, incontrato per caso, in una sublime rievocazione ottocentesca, mi ricordi qualcuno. Qualcuno che, se le cose fossero andate diversamente, sarebbe qui con me e, ne sono certa, vorrebbe una foto insieme a te, riconoscendoti come suo sosia inanimato.
Potrei portarti via; se sapessero il motivo anche gli organizzatori del Presepe acconsentirebbero.
Potrei leggerti le favole la sera e accarezzarti i capelli prima del sonno.
Potrei sceglierti i vestiti da indossare ogni giorno, certo con preferenza per i toni del blu che porti ora e che tanto ti fanno sembrare simile al bambino vero.
Potrei, soprattutto, grazie alla tua – seppur muta ed immobile – presenza, addolcire le amare giornate del periodo natalizio.