In cammino nel Parco Nazionale della Majella
Questo non è per me un percorso abituale. Sono lontana dalla Liguria e un territorio sconosciuto mi accoglie con il suo coinvolgente passato.
Inizio però con qualcosa che mi fa sentire a casa, almeno per quel che riguarda i miei interessi. Mi soffermo davanti a un monumento dedicato ai minatori del Bois du Cazier, vittime del disastro di Marcinelle dell’8 agosto 1956. Erano lavoratori abruzzesi emigrati in Belgio qualche anno dopo quelli liguri di cui solitamente mi occupo.
Un bosco di abeti, in cui vorrei sempre camminare, filtra i raggi del sole.
Una “capanna in pietra” detta La Valletta, bella come ogni amata costruzione a secco, è pronta farsi conoscere!
Qualcuno mi racconta di un attento restauro fatto pietra su pietra!
Mi soffermo davanti a questo muro quasi in contemplazione, sentendomi come quando si incontra inaspettatamente un amico in un luogo non abituale.
Cerco di indovinare i passaggi che hanno creato quest’opera.
L’interno de La Valletta mostra dettagli dell’”abitazione” dei pastori…
…e il passaggio per le pecore dopo la mungitura.
Il tetto, frutto di mani sapienti, ripara la capanna.
Un arco mi sorprende nella sua perfezione.
Questo muretto a secco ha un aspetto familiare, ricordando i tanti incontrati nei sentieri liguri.
Intanto le felci si mostrano nella loro bellezza primordiale.
La Vasca, un complesso di capanne di pietra, si presenta sul percorso.
Il nome deriva da una vasca destinata alla raccolta dell’acqua piovana.
L’interno custodisce la tradizione di un passato da preservare.
Un’altra capanna presenta una porta perfetta.
Il panorama fa desiderare un ritorno.
Le pietre donano l’emozione del cammino nella memoria del territorio…
…e le montagne fanno sognare altre escursioni.
Non resisto! Ogni muretto merita di essere immortalato!
Come ogni panorama!
Un gregge in lontananza completa l’incontro con l’Abruzzo.
Fotografie scattate il 22 settembre 2019
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