In cammino, pensando a Sant’Antonio Abate, alle Cinque Terre
Scale, fondamentalmente, scale; è così l’escursionismo nelle Cinque Terre, ma sono in un percorso che serba per me un regalo speciale.
E non mancano panorami appaganti; quelli cercati da camminatori di tutto il mondo che scrutano il mare attraverso gli ulivi.
Ma eccomi, sono nel luogo dedicato a quel santo che tanto amo e che mi piace inseguire in immagini e intitolazioni e del quale apprezzo una descrizione in particolare:
“[Antonio] allontana i suoi discepoli da quel che è pura illusione, esprime una grande discrezione, è attaccato alla cella e trova la sua forza nel lavoro.” (1)
Ricordo altre immagini, lontane nel tempo, di questo eremo antico; ne ho a mente una in particolare del XVIII secolo in cui l’edificio, ancora intero, sorveglia la “Ponta del Mesco" (2).
Una volta qui c’era anche una statua di Sant’Antonio Abate che dal 1610 è a Monterosso, all’Oratorio di Morte e Orazione, quando gli abitanti di allora, gli Agostiniani, si sono trasferiti a Levanto. L’antica effigie è stata sostituita, per gioco o devozione, da una del suo illustre omonimo.
La suggestione più forte, stando vicino a questi ruderi, è ancora più antica. Arriva da una preghiera medievale, una particolare litania degli uomini di mare che, oltre ai santi, invoca santuari dislocati in varie località. Fra i tanti, c’è proprio anche Sant’Antonio del Mesco (3).
Il pensiero più poetico è quello scritto tempo fa da un forte appassionato del luogo:
“Il sole comincia ad illuminare la cima del Mesco. Contro il cielo si stagliano i ruderi di quello che fu cenobio dei figli di Sant’Agostino. Spettacolo radioso ed affascinante che ogni mattina si rinnova a ricordare agli uomini la bontà e la potenza di Dio” (4)
Fotografie scattate il 19 gennaio 2020
(1) Jean Gribomont alla voce “Antoniol’eremita”, Dizionario degli Istituti di Perfezione, vol. 1, pag. 701, Edizioni Paoline 1974
(4) G. B. Gritta, L’eremo di Monterosso nelle Cinque Terre, Libreria Editrice Salesiana 1972, pag. 92
Per saperne di più:
http://uranialigustica.altervista.org/edifici/schede/sp_s-antonio.htm