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Luoghi

 

Appunti distratti di viaggio

 

 

 

 

Ti siedi in una panchina, sognando un nome.

 

 

 

 

Ti immergi nel verde, chiedendoti cosa cercare.

 

 

 

Domandi ai nasturzi di sorridere, donandoti felicità.

 

 

 

 

Insegui certe linee, dimenticando le nuove angosce.

 

 

 

 

Cerchi geometrie in un mondo verde, immaginando i prossimi fiori.

 

 

Scruti segni legnosi, sorridendo per lo stupore.

 

 

 

Ti specchi in un verde acquoso, temendo di incontrare il tuo sguardo.

 

 

Temi spine invisibili, implorando incondizionata pietà.

 

 

 

Cerchi tracce di Liguria, osservando piante e rocce.

 

 

 

Osservi un antico palazzo, immaginando povertà consolate.

 

 

Cammini in uno stretto passaggio, scrutando palazzi eleganti.

 

 

 

Spii la vita verde, tralasciando ambasce incalzanti.

 

 

Affidi i tuoi sogni alle memorie del passato, accarezzando il rosso nel verde.

 

 

 

Aspetti di incontrare gli abitanti di una piccola casa, chiacchierando con minuscoli fiori.

 

 

 

Guardi i vasi addormentati, aspettando un felice risveglio.

 

 

Chiacchieri con la bergenia, richiamando antichi ricordi.

 

 

Ti confondi in un chiarore, traendo sprazzi di inconsueta verità.

 

 

 

 

Cedi alla bellezza dei fiori d’arancio, commentando parole d’amore.

 

 

 

Ti accomodi vicino ad un’azalea bianca, leggendo versi di insoliti poeti.

 

 

 

 

Invidi la forza di certe radici, conoscendo la fragilità dei tuoi sogni.

 

 

 

Affronti un sentiero, immaginando un prossimo percorso.

 

 

 

 

Ti rifugi nell’umiltà dell’erba, trattandola come un’amica.

 

 

 

Ti siedi in una panchina, evocando un volto.

 

 

Tenti di annullarti nel verde imperante, dimenticando il passare del tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 Per saperne di più:

 

https://www.facebook.com/leserresannicolaodv

 

 

 

 

 

Fotografie scattate il 29 aprile 2023

 

Immaginando di vagare nella rappresentazione della Natività sulle alture del ponente genovese

 

Cammino su una passerella e ascolto – senza volere – la conversazione, privatissima, tra due protagonisti di questa devota rievocazione di un fatto lontano nel tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Saluto educatamente uno strano personaggio che incontro lungo una creusa.

 

 

 

 

Recito un’Ave Maria davanti alla statua della Vergine, pensando a un bambino lontano.

 

 

 

 

Mi commuovo, come non succedeva da tempo, leggendo un brano del vangelo di Luca.

 

 

 

 

Immagino la vita, certo gioiosa come in una favola, che scorre all’interno delle case illuminate.

 

 

 

 

Cerco, negli interni, le tracce di antichi mestieri.

 

 

 

 

 

Auguro una buona serata alla signora che stende i panni e, in preda alla malinconia, penso a mia mamma; la ricordo, in vita, spesso impegnata in questa attività.

 

 

 

Mi avventuro nel buio, col cuore in gola, sperando di incontrare la luce.

 

 

 

Mi ritrovo in un ambiente sereno, inseguendo le mie fantasie.

 

 

 

Aiuto un tale a sistemare le botti sul carretto, accettando l’invito a brindare al nuovo anno imminente.

 

 

 

 

Sorrido a una montagna lontana.

 

 

 

 

Conto le pecore, indiscusse regine di ogni presepe.

 

 

 

Osservo con curiosità alcuni personaggi al lavoro.

 

 

 

Immagino, con gioia, di essere in un quadro naif!

 

 

 

Mi propongo di visitare, al più presto, una chiesa lontana.

 

 

 

 

Chiedo ospitalità, ormai in preda alla stanchezza, in una capanna speciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

 

www.101giteinliguria.it/il-presepe-di-crevari/

 

 

Fantasie in un luogo suggestivo dell’Acquedotto Storico di Genova

 

Forse è un punto di passaggio per un’altra dimensione.

 

Forse da qui le anime salgono al cielo attraverso un vortice che porta all’infinito.

 

Forse è il simbolo di un sogno da realizzare, di una speranza che aspira ad abbracciare la luce.

 

Forse è l’ultima immagine vista da uno sguardo stanco, prima di fuggire nell’eternità.

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

 

L. Rosselli, Passeggiate sull’Acquedotto Storico di Genova, Nuova Editrice Genovese, Genova, 2009, pagg. 69-70

 

 

 

 

Sono qui come una pastorella appestata del XVI secolo che sentì una voce:

Salus Infirmorum, ora pro nobis

Spero che la Vergine abbia pietà del mio dolore, donandomi conforto come in quel tempo lontano guarì la giovane di Ravino.

Mi commuovo osservando tracce di grazie richieste e ricevute.

Mi unisco alle preghiere del passato e del presente, mentre il Brevenna scorre poco lontano.

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

https://fuorigenova.cittametropolitana.genova.it/content/poi/santuario-della-madonna-dellacqua

 

https://storiediterritori.com/2020/07/02/il-santuario-della-madonna-dellacqua-in-valbrevenna/

 

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        Nell’antico cimitero recuperato da volontari appassionati

 

In compagnia della malinconia che non mi concede tregua eccomi al Roseto di Murta. Un luogo che sognavo di visitare da tempo per farmi incantare dalla meraviglia e dal passato.

 

 

 

 

 

Una salita, simile a tante del territorio ligure, mi conduce ad antiche pietre che dialogano con colori e profumi.

 

 

 

Il silenzio mi accoglie e mi offre attimi sublimi in un amabile pomeriggio autunnale.

 

 

 

Come non voler conoscere ogni storia di questi dormienti nell’eternità?

 

 

Una piccola galleria di rose mi ricorda che sono in un giardino, dove abbandonare la solitudine inquietante.

 

 

 

 

Mi diverto a osservare le tombe, ritrovate dopo l’oblio, attraverso gli arbusti fioriti.

 

 

 

 

Vecchie lapidi illeggibili offrono spazio alla fantasia che immagina misteriosi epitaffi.

 

 

 

 

Ogni dettaglio merita attenzione, come una poesia da leggere e rileggere.

 

 

 

 

 

Antiche parole raccontano di una donna friulana del XIX secolo, destinata a un’eternità lontana dal luogo natìo.

 

 

 

 

 

Lo sguardo si inebria di un paesaggio fatto rivivere con entusiasmo.

 

 

 

 

 

La medaglia di un aviatore, giovane per sempre, raccoglie l’ammirazione dei visitatori emozionati.

 

 

 

 

Una statua che esprime dolore mi invita ad abbandonarmi a confidenze…

 

 

 

 

Una coppia mi osserva dal passato.

 

 

 

 

 

Il tempo si sente sfidato su questa collina della Val Polcevera…

 

 

 

Una croce insegue l’azzurro.

 

 

 

 

 

Una tomba mi sembra un altare che domina il giardino.

 

 

 

 

 

Il colore è sempre gradito!

 

 

 

 

 

 

 

La chiesa di Murta veglia sui parrocchiani di un tempo…

 

 

 

Una sepoltura ornata da un risseu; bella sorpresa!

 

 

 

 

 

Un frammento di marmo, sopravvissuto al tempo, mi commuove.

 

 

 

 

La situazione di una tomba fa pensare a un terremoto impietoso.

 

 

 

Un’altra, attentamente ricomposta, custodisce chi riposa per l’eternità.

 

 

 

 

 

Piccole sepolture comprimono il mio cuore. Resterò qui a lungo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.rosetodimurta.it

 

Info

Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo le disponibilità e la reperibilità dei materiali.

Pertanto non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della Legge n.62 del 2001.

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