Nell’antico cimitero recuperato da volontari appassionati
In compagnia della malinconia che non mi concede tregua eccomi al Roseto di Murta. Un luogo che sognavo di visitare da tempo per farmi incantare dalla meraviglia e dal passato.

Una salita, simile a tante del territorio ligure, mi conduce ad antiche pietre che dialogano con colori e profumi.

Il silenzio mi accoglie e mi offre attimi sublimi in un amabile pomeriggio autunnale.

Come non voler conoscere ogni storia di questi dormienti nell’eternità?

Una piccola galleria di rose mi ricorda che sono in un giardino, dove abbandonare la solitudine inquietante.

Mi diverto a osservare le tombe, ritrovate dopo l’oblio, attraverso gli arbusti fioriti.

Vecchie lapidi illeggibili offrono spazio alla fantasia che immagina misteriosi epitaffi.

Ogni dettaglio merita attenzione, come una poesia da leggere e rileggere.

Antiche parole raccontano di una donna friulana del XIX secolo, destinata a un’eternità lontana dal luogo natìo.

Lo sguardo si inebria di un paesaggio fatto rivivere con entusiasmo.

La medaglia di un aviatore, giovane per sempre, raccoglie l’ammirazione dei visitatori emozionati.

Una statua che esprime dolore mi invita ad abbandonarmi a confidenze…

Una coppia mi osserva dal passato.

Il tempo si sente sfidato su questa collina della Val Polcevera…

Una croce insegue l’azzurro.

Una tomba mi sembra un altare che domina il giardino.

Il colore è sempre gradito!


La chiesa di Murta veglia sui parrocchiani di un tempo…

Una sepoltura ornata da un risseu; bella sorpresa!

Un frammento di marmo, sopravvissuto al tempo, mi commuove.

La situazione di una tomba fa pensare a un terremoto impietoso.

Un’altra, attentamente ricomposta, custodisce chi riposa per l’eternità.

Piccole sepolture comprimono il mio cuore. Resterò qui a lungo.





Per saperne di più:
www.rosetodimurta.it

Sono stata tante volte in questo luogo nel giorno della festa, la seconda domenica di luglio. Forse, sfondando la barriera del tempo, potrei incontrare la me stessa del passato che curiosa tra le bancarelle o in chiesa durante la messa. A proposito della messa, alcuni canti liturgici mariani ascoltati qui per la prima volta si sono fissati con forza nella memoria per consolare il cuore nei momenti di sconforto. Già lo sconforto, l’emozione che mi accompagna anche oggi mentre mi affido alla Madonna dell’Acqua.

Ma intanto è bene ripassare la storia….

Storia testimoniata anche da una lapide che, con una “K” al posto di una “H”, racconta della devozione di questa valle.

Un’altra storia, quella delle guerre mondiali, si può incontrare in questo luogo; un monumento ricorda i giovani partiti per il fronte e mai più tornati…
Mi commuove in particolare uno di loro.

Provo a leggere – con qualche difficoltà - il testo di una meridiana del XIX secolo:
“Quell'ombra che il fuggir dell’ora addita
Al comparir del Sol prendo respiro, al tramontar del Sol finisco e spiro”

Mi avvicino alla cappella presso il santuario, come chi chiede grazie o presenta la propria gratitudine.


L’intensità delle preghiere presentate in questo luogo è aggrappata alla roccia, come i rosari.

I simboli e le immagini domandano intercessione.

Una frase di san Massimiliano Kolbe sembra qui proprio per me…
“Non c’è gioia per chi rifiuta la sofferenza.”

Un fiore per aiutarmi a rasserenare i pensieri…

Un albero per rinverdire i sogni, se ce ne fosse bisogno…

Un’antica foto per ricordare com’era il santuario prima di una tragica notte del settembre 2015.

Uno sguardo per tornare al presente.

Nella mia confusa fragilità mi affido ancora alla “Salus Infirmorum”, “Salute degli Infermi”…

Fotografie scattate nel maggio 2021
Suggestioni genovesi
Anche le pietre e altri materiali sognano. Sognano un futuro per continuare il percorso iniziato nel passato, mantenendo l’anima intatta…
Me lo sussurra, quasi timorosa, una finestra che, pudica, si nasconde dietro alcuni rami spogli.

Villa Pallavicini Gordini – Genova Sampierdarena
Mi sposto di poco e una porta tenta di parlare, ma la commozione la blocca.

Villa Pallavicini Gordini – Genova Sampierdarena
Mi allontano; un po’ per discrezione, un po’ per ammirare la splendida detentrice di porta e finestra. Ascolto la villa che mi racconta di essere in quel luogo vicino al mare da quattro secoli e che, triste dell’abbandono in cui versa, aspira ad un futuro migliore. Mi confida che, visto che il suo passato per un po’ è stato legato al legno, vorrebbe ospitare chi impara a fare creazioni con quel materiale.
Saluto augurando buona fortuna.

Villa Pallavicini Gordini – Genova Sampierdarena
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E se ora volessi andare in un albergo? Ne scelgo uno di terzo-quarto ordine con ristorante annesso (almeno nel 1939).

Albergo Piemontese – Genova Principe

Albergo Piemontese – Genova Principe
Mi concentro sull’insegna, in lacrime per la “t” e la “l” che hanno avuto un triste destino.

Albergo Piemontese – Genova Principe
Domando cosa sogna l’Albergo Piemontese. Mi risponde, prontamente, con una bella parlantina. Vorrebbe riprendere il ruolo per cui è nato, dice che essendo così vicino alla stazione Principe avrebbe clientela assicurata; soprattutto gli piacerebbe che si rianimasse la sua terrazza, vuota da troppi anni!

Albergo Piemontese – Genova Principe
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Ho voglia di qualche distrazione. Per esempio di un cinema…
Il Cinema Nazionale mi sembra perfetto, sito in una strada col suo stesso nome: via Nazionale (almeno una volta!).

Cinema Nazionale – Genova Molassana
Prima di raccontarmi il suo sogno il cinema insiste perché mi concentri sui suoi dettagli…
Tre volti che scrutano la strada raccontano come abbiano visto cambiare le persone (e non solo) da quando, nel 1937, sono arrivate qui.

Cinema Nazionale – Genova Molassana
Alzo lo sguardo verso alcune finestre, devastate dal dolore di sentirsi inutili.

Cinema Nazionale – Genova Molassana
Altre ricordano con allegria tanti avvenimenti divertenti di cui sono state spettatrici.

Cinema Nazionale – Genova Molassana
E il sogno per il futuro?
Il Cinema Nazionale mi risponde di voler diventare un museo e che non vede l’ora! Oltretutto, ha sentito dire che qualcuno ha intenzione di aiutarlo a realizzare il progetto!
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Concludo questo percorso quasi ai confini della città.
Voglio dialogare con un luogo speciale. Provo ad immaginare il passato di questo seicentesco edificio sacro, a rivestirlo di colori, simboli e immagini, figli di antica devozione.
L’oratorio di San Rocco è silenzioso; si limita a dirmi di sognare a continuare la missione per cui è stato costruito.

Oratorio di San Rocco – Acquedotto Storico di Genova
Non faccio altre domande e osservo il cielo dal tetto crollato…

Oratorio di San Rocco – Acquedotto Storico di Genova
Fiori e frutta nelle decorazioni…

Oratorio di San Rocco – Acquedotto Storico di Genova
Elementi ornamentali che sembrano avere ancora vita….

Oratorio di San Rocco – Acquedotto Storico di Genova
Mi rivolgo devotamente a quel che resta del tabernacolo, sperando in tanti sogni realizzati.

Oratorio di San Rocco – Acquedotto Storico di Genova
Fonti:
https://fondoambiente.it/luoghi/villa-pallavicini-gardino?ldc
Annuario generale d'Italia e dell'Impero italiano
1939
http://www.amicidipontecarrega.it/2016/03/23/il-cinema-teatro-nazionale-di-molassana/
Guida genovese "Opera Pompei" amministrativa - industriale - commerciale della grande Genova e provincia -1933
Annuario genovese Fratelli Pagano - 1943
https://fondoambiente.it/luoghi/ex-cinema-nazionale?ldc
https://www.genova24.it/2020/11/nel-limbo-da-50-anni-lultima-speranza-per-lex-cinema-di-molassana-e-un-investimento-pubblico-246057/
https://fondoambiente.it/luoghi/oratorio-di-san-rocco
Un percorso “vista mare” nel Levante Ligure
Si può essere tristi anche nella Riviera Ligure? Forse non è mai capitato a nessuno, ma per me oggi la malinconia è più insistente del solito, mentre immagino di sentire una voce davanti al mare.

Qualcuno potrebbe giocare a rincorrere questi due cani. E per giorni racconterebbe di quanto fossero una compagnia divertente.

Guardo la costa, interrogando le mie emozioni che sanno solo rifugiarsi nei ricordi.

Wow! Che sorpresa! Una panchina dedicata a Dante!

Alzo lo sguardo su una terrazza nel verde dove vorrei rifugiarmi ad osservare il panorama, sognando l’impossibile.

Il cammino si impone e mi regala l’incontro con una frase da ricordare: “buona semenza – buon frutto”.

Una finestra mi fa pensare alla realtà da cui vorrei fuggire.

I fichi d’India mi salutano da oltre un muro.

Osservo la costa da dietro una griglia, come se fossi in una prigione.

Poi lo sguardo si riempie di bellezza senza barriere.

Una struttura di ispirazione classica mi incuriosisce distraendomi dai miei pensieri.

Mentre la tristezza ritorna, scorgo una casa nel verde.

Il muretto presso il sentiero si lamenta per non essere stato ancora notato!

Quello che mi sembra un diavolo mi segnala dell’acqua non potabile!

Un cartello multilingue mi racconta qualcosa…

Una stella a otto punte attira il mio interesse…

…e un tetto inaspettato mi induce al sorriso.

Se tornassi a Levanto certamente proverei a fermarmi qui…

..in questo luogo insolito con vista sul paese.

Riprendo il cammino, pensando a chi non c’è.

Una palma mi suggerisce di distrarmi.

Il mare mi sembra solo mio…


…anche visto da una grata.

Mi soffermo davanti ad alcune pietre, onorando il mio nome.

Cerco di raccontare al mare quanto mi manchi il mio piccolo nativo della Russia Bianca… Sono certa che almeno lui mi ascolterà in questa giornata invasa dalla solitudine.

Una lapide su una roccia ricorda una vittima di questi luoghi. Una preghiera, ovviamente.

Affido a questi arbusti un groviglio di emozioni.

Cerco conforto nel verde intorno.


Ed eccomi a Sant’Antonio del Mesco, dove sono già stata in una giornata piena di gioia.
http://pietracasuale.it/index.php/categorie/in-cammino/184-da-monterosso-a-sant-antonio-del-mesco

Oggi mi riconosco soltanto in questa nicchia vuota.

Fotografie scattate il 17 ottobre 2021
Per saperne di più:
https://www.freesoulontheroad.com/2020/06/il-sentiero-da-levanto-a-punta-mesco/
In cammino sulle alture genovesi
Iniziare il percorso osservando un’antica lapide è un privilegio che capita raramente… Ma succede a Creto dove il marmo da più di un secolo fa memoria di un’antica battaglia…
SU QUESTO ALTIPIANO
NEL 13 MAGGIO 1800
PER L’IDEALE DI UNA NUOVA ITALIA
FORTEMENTE PUGNARONO
ITALIANI E FRANCESI
CONTRO GLI AUSTRIACI
AI CADUTI
IL COMITATO PER LE PATRIE MEMORIE
LI 29 SETTEMBRE 1912

Starei per ore davanti alla lapide, ma la strada chiama!

Attendo che l’asfalto si trasformi in sentiero…

L’incontro, inaspettato, con la cappella del Carmine mi riporta a quel che conta.

Il panorama inizia a conquistarmi.

Finalmente il sentiero sostituisce l’asfalto!

Ed ecco l’atmosfera che preferisco, quella regalata dalla natura che avvolge e sovrasta il cammino, come a proteggere ogni passo.

Lo sguardo cerca il cielo, nascosto come un bambino che vuol farsi trovare.

Improvvisamente mi sento in un luogo lontano, sognando stagioni che non verranno.

Gli alberi evocano magicamente sogni ed altre finzioni del cuore…

Il paesaggio si illumina e il gioco dei verdi mi incanta come sempre.

Eccomi alla Gola di Sisa dove un albero mi sta aspettando per ospitarmi a riflettere sotto le sue fronde…

Per saperne di più:
https://montiliguri.weebly.com/creto-alpesisa.html