Emozioni tra pannelli e didascalie

 

 

 

 

 

 

Palazzo Ducale di Genova, fino al 10 ottobre 2021

 

 

 

          Personalissime emozioni…

 

 

 

Un’occasione per vivere una delle mie esperienze preferite: il viaggio nel tempo!

 

Grazie a David Seymour mi ritrovo nel 1949 a visitare la Cappella Sistina, o meglio a osservare i visitatori… Quanto mi identifico in una donna con lo sguardo verso l’alto ipnotizzata dal soffitto michelangiolesco…

 

Torno indietro di qualche anno, nel 1943, e mi sposto di circa 150 km e mi ritrovo a Cassino, accanto a Robert Capa. Un soldato giace senza vita presso una casa bombardata. La morte dell’uomo mi sembra dialogare con il rudere, che forse sarà recuperato…

 

Resto nel Lazio, Eliott Erwitt mi accompagna a Roma alla fine degli anni Cinquanta del Novecento. Cerco di scrutare le emozioni nello sguardo di una donna che, con un grande mazzo di fiori tra le braccia, mi fissa…

 

Qualche anno prima, nel 1953, René Burri mi propone di andare a Milano in occasione dell’esposizione di Guernica di Picasso. Osservo due signore davanti al capolavoro, come vorrei poter anche sentire le loro parole…

 

Grazie a Thomas Hoepker posso presenziare alla vittoria di Cassius Clay nel 1960 a Roma. Come vorrei aver vicino mio papà che seguiva con passione il pugilato…

 

Roma, agosto 1964, sono a fianco di Bruno Barbey in mezzo alla folla che tributa l’ultimo saluto a Palmiro Togliatti. Il mio pensiero va soprattutto alla sua compagna Nilde Iotti e alla figlia adottiva Marisa….

 

Nel 1981 sono a Venezia, all’ospedale psichiatrico. Raymond Depardon mi offre un attimo in cui un aereo sorvola la struttura ma nessuno lo guarda, tranne me…

 

 

Qualche anno prima, nel 1974, Leonard Freed mi presenta varie situazioni legate al referendum sul divorzio. I SI e i NO sui manifesti testimoniano un’epoca…

 

 

Sempre negli anni Settanta Ferdinando Scianna mi porta in giro per la Sicilia. Mi piace soprattutto soffermarmi a Bagheria, per la festa di Sant’Antonio…

 

Patrick Zachmann, tra le altre cose, mi consente di visitare, nella Napoli del 1982, l’interno di una casa dove mi colpisce un’immagine devozionale sopra un letto sfatto…

 

Con Federico Scianna negli anni Ottanta sono a Milano alla presenza di Silvio Berlusconi, per anni presidente della mia squadra del cuore (Forza Milan!)…

 

A proposito di calcio, eccomi con Chris Steele-Perkins ad assistere alla Clericus Cup del 2009 in Vaticano…

 

Con Mark Power, nel 2000, mi ritrovo a Napoli in Piazza del Gesù Nuovo. Potrei comprare dei fiori dal rivenditore presso l’ingresso della chiesa…

 

 

Aprile 2005, sono in preghiera davanti alla salma di Giovanni Paolo II, grazie a Paolo Pellegrin…

 

Resto con questo fotografo e, l’anno dopo, sono a Milano per le sfilate d’alta moda. A dire il vero non è proprio il mio ambiente…

 

Termino questo personalissimo percorso con Thomas Dworzak, restando a Genova ma tornando indietro di venti anni, spaventandomi davanti alle scene del G8….

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://palazzoducale.genova.it/mostra/litalia-della-magnum/

 

 

 

Palazzo Ducale di Genova, dal 21 ottobre 2020 all’11 luglio 2021

 

 

Inizio il mio percorso in questa mostra con reverenza, come in un luogo sacro.

 

 

 

 

 

La reverenza si dissolve quasi subito grazie all’incontro, nella prima sala, con documenti d’archivio! La mia anima d’archivista si sente immediatamente a casa in presenza di antiche carte… così osservo appassionatamente il materiale esposto, con qualche emozione in più davanti agli scritti del protagonista della mostra!

 

 

 

Mi illudo di trovare un messaggio di benvenuto per me davanti a un’immagine del mio patrono, sant’Antonio abate, impegnato nelle “tentazioni” in un’opera di un ignoto pittore -  forse fiammingo - del XVI secolo.

 

 

 

Animula vagula, blandula” con questi versi nella mente sosto davanti al Busto di Adriano

 

 

 

Il grande imperatore, in una contemporaneità creata da questa mostra, mi sembra osservare il piccolo Michelangelo che scolpisce la testa del fauno (Cesare Zocchi, fine XIX secolo).

 

 

Un calco in resina della Pietà mi rimanda ad altre rappresentazioni di madre con un figlio morto tra le braccia, che ultimamente stanno entrando nelle mie fotografie, nella mia vita…

 

 

 

 

 

 

Tomba di Ernesto De Ferrari - Chiesa della Santissima Concezione (Padre Santo) di Genova 

 

 

 

Cimitero Staglieno di Genova

 

 

Incontro ora un bel Cupido dormiente del II secolo d. C.; il suo volto potrebbe stare sulla tomba di un bimbo, illudendo la sua mamma di un prossimo risveglio.

 

 

 

 

 

Una lettera di Michelangelo del luglio 1496 mi ricorda che sono qui per omaggiare la sua grandezza, non per perdermi nelle mie malinconie…

 

 

 

Una replica del tondo Doni mi ricorda che dopo una visita agli Uffizi ho scelto di comprarmi un magnete raffigurante proprio quell’opera. Un giorno valorizzerò i miei magneti souvenir di viaggio, soprattutto riportando alla memoria i criteri di scelta.

 

 

 

La Testa del David di Clemente Papi del 1848 mi riporta direttamente alla mia gita a Firenze alle medie, un ricordo pieno di una magia mai ritrovata.

 

 

San Giovannino si materializza in una statua abbozzata del XX secolo. Il piccolo precursore mi fa pensare con tenerezza alla sua mamma che talvolta si è inserita in queste pagine:

 

http://pietracasuale.it/index.php/categorie/immagini-e-immaginazioni/201-elisabetta-diventera-mamma

 

http://pietracasuale.it/index.php/categorie/immagini-e-immaginazioni/207-elisabetta-e-diventata-mamma

 

 

 

 

 

 

Intanto il Cristo Giustiniani mi aspetta nella prossima sala.

 

 

 

Una parete con lettere e schizzi per gettare uno sguardo sulla vita del divino Michelangelo.

 

 

 

Continuo il percorso, pronta a farmi catturare da ogni dettaglio…

 

 

La sala di lettura della Biblioteca Laurenziana: ci passerei ore, sicuramente dimenticando tante amarezze…

 

 

 

 

 

 

Una pagina mi ricorda che Michelangelo era anche poeta!

 

 

La visita termina davanti a una copia della Pietà Bandini.

 

 

Questa copia mi riporta a un’altra, a una piccola Pietà Bandini sulla cima del monte Ermetta, vista nell’ultima domenica di vita pre-covid, il 23 febbraio 2020.

Da allora ho perso molto, compresa una ragione di vita.

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

https://palazzoducale.genova.it/mostra/michelangelo-divino-artista/

 

 

 

 

 

 

Si combatteva qui!
Alpi, teatro di battaglie 1940-1945

         Mostra fotografica di Alessio Franconi a Palazzo Ducale di Genova, dal 18 settembre all'11 ottobre 2020

 

Entro in questa mostra in punta di piedi, come in un luogo sacro.

 

La Seconda Guerra Mondiale mi fa pensare a mio padre e a suo fratello e, soprattutto, alla “Russia”… In queste fotografie la terra del Don non è presente ma si incontrano altri territori che conservano nella loro essenza l’eco straziante degli eventi bellici.

 

Mi perdo tra le immagini, mentre le tracce di memoria, come sempre, mi catturano.

 

A Cap Martin c’è l’arcobaleno dopo la pioggia… Forse tra poco si potrà andare in spiaggia, senza pensare ai segni di proiettili sul cemento armato.

Vedendo un tunnel nella fotografia “Nel ventre della terra” a Mont Razet la claustrofobia mi assale mentre sento l’umido in cui vivevano i soldati.

A Castillon, presso la linea Maginot, c’era una chiesa, dove sicuramente qualcuno avrà pregato, anche per i soldati.

Il “Ricovero” a Col de Brouis mi sembra un bivacco alpino male in arnese, ma il suo vissuto racconta ancora di sofferenza.

Guardando “Castel Tournou” mi sembra di vedere una foto fatta in gita, anche se la storia è passata di qui prepotentemente, non per divertirsi.

Alle postazioni di Cima Sespoul ci sono stati dei soldati, lontano da casa. Le rocce mi fanno pensare a chi li aspettava, temendo ogni giorno un’estrema notizia.

A Col de Fourches forse talvolta  qualcuno si fa fotografare vicino al bunker in un momento goliardico, percorrendo il sentiero. Forse in altri tempi l’avrei fatto anch’io. Ora non più.

Se fossi a Ravin du Jas du Col guarderei tutti i “Resti di guerra”, pregando ogni tanto per chi decenni fa ha avuto quegli oggetti tra le mani prima di me.

Il freddo che assidera i corpi si sente anche attraverso la foto di Col Bramanette.

Sarà stato come il freddo patito dai soldati in Russia?

Al Colle del Piccolo Moncenisio mi sento in un racconto di fantasmi, la nebbia mi spaventa perché non so chi può celare.

“Le petit Turra” sul Moncenisio: mi sembra di vedere un eremo, uno di quelli che mi piacciono tanto e dove non avrei mai il coraggio di vivere.

Fort Traversette: un castello! Ecco dove mi sembra di essere, ma senza abiti principeschi, solo con un coraggio eroico. Fino alla fine.

La didascalia della foto “Abisso di Plutone” di Basovizza mi racconta che le esecuzioni nelle foibe avvenivano senza lasciar “traccia in alcun registro”. La mia anima da archivista si indigna, perché negare la memoria è crudeltà che raddoppia quella della morte.

Borovinca sembra un luogo bellissimo, come quando una seconda giovinezza rasserena chi ha passato un dolore, ma forse l’erba ancora si nutre di chi è sepolto nel campo.

 

 

 

https://palazzoducale.genova.it/mostra/si-combatteva-qui/

 

 

Incanti russi. Opere pittoriche di tradizione dall’Accademia Glazunov di Mosca

A cura di Salvo Bitonti

Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti – Torino

Dal 31 gennaio 2020 all’11 ottobre 2020

 

 

www.pinacotecalbertina.it/incanti-russi-opere-pittoriche-di-tradizione-dellaccademia-glazunov-di-mosca/

 

 

 

          Emozioni da alcune opere

 

 

 

Ho quasi rischiato di perdermi questa mostra; non me lo sarei perdonato visto che un viaggio a Mosca continua per me ad essere improbabile. La visita, conquistata quasi last minute, proprio per questo diventa ancora più magica.

 

 

 

Karev S. D.

 

Il monastero dell’Assunzione di San Cirillo

 

Ci sono cinque croci, che hanno per sfondo il cielo; ogni tanto nelle mie foto cerco questo soggetto. La croce che si staglia nel cielo mi evoca quei momenti in cui credo che la preghiera sia più intensa…

 

L’edificio religioso si specchia nell’acqua in un’immagine rovesciata e sfocata, come se l’anima perdesse i contorni annullandosi nella natura.

 

L’opera mi infonde serenità, merce rara per me in questo periodo; potrei usare questa immagine come rifugio nei momenti peggiori…

 

 

 

 

 

 

 

Pavlova O. V.

 

Resurrezione

 

Anche in questo quadro lo sguardo va subito alle croci… e alle campane. Quest’ultime mi ricordano un bambino, proveniente dalla Russia Bianca, che anni fa ho incontrato. Il piccolo a ogni scampanio pretendeva silenzio e ascoltava devoto, tracciando il segno della croce.

 

 

 

 

 

 

 

Kuraksa V. V.

 

La città di Jur'evec sul Volga

 

Anche qui le croci mi consolano, ma lo sguardo indugia sulla natura; mi sembra di vedere un sentiero da percorre in escursione, concludendo in un monastero! (Che c’è di meglio?)

 

 

 

 

 

 

Glazunova O. I.

 

Varja al pozzo

 

Prenderei miriadi di appunti, ascoltando la storia di questa ragazza. Soprattutto mi piace la sua pettinatura; da oggi anch’io potrei riprendere a usare la treccia…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Morgun E.

 

Scena con due figure in costume (L’indovina)

 

Mi piace molto lo scialle della donna; cercherò qualcosa di simile…

 

Mica male anche gli orecchini!

 

La figura maschile mi sembra “Nonno Gelo” (il “Babbo Natale” russo) vestito in borghese che si affida alla chiromanzia per sapere quanti regali dovrà portare il prossimo anno!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gribanova A. A.

 

Primavera

 

Ecco un luogo bellissimo!

 

Mi sembra di vedere un vitellino; mi viene in mente quando da piccola ne ho visto uno appena nato… uno dei ricordi più teneri della mia vita!

 

 

 

 

 

 

Dolgaja O. P.

 

Natura morta

 

La tovaglia mi porta il pensiero ai lavori all’uncinetto che faceva mia mamma. Che nostalgia…

 

 

 

 

 

 

Borodina Ju. N.

 

La chiesa di San Pimem a Novye Vorotniki

 

Quest’immagine mi ricorda l’infanzia (oggi vado forte con la memorialistica personale!) anche se non so perché… Forse avrei ambientato una favola in questo luogo. Forse una parte di me vive ancora in un luogo molto simile a questo quadro.

 

Anche qui ci sono molte croci. Grazie all’autrice!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grafov V. Ju.

 

Basilio il Benedetto, taumaturgo moscovita

 

Mi spavento davanti a questa scena, proprio come un bambino nel quadro.

 

Mi sembra di sentire delle urla e qualche preghiera sommessa.

 

Ricorderò a lungo questa tela.

 

 

 

 

 

 

Blinkov S. V.

 

Lo zarevič  Dmitrij

 

Un bambino morto. Ci sarebbe tanto da dire, ma oggi non è giornata…

 

Non so perché ma il piccolo mi ricorda qualcuno…

 

 

 

 

 

 

 

Golubečkova S. P.

 

Lo zarevič tataro (Scena dei tempi di Ivan il Terribile)

 

In quest’opera mi affascinano i tessuti degli abiti; penso a come li userei!

 

 

 

 

 

 

 

Cvetaeva O. M.

 

Antica cerimonia di nozze russa

 

Mi piacciono i bambini nella parte destra della tela. Non riesco a spostare lo sguardo. Me li porterei via! (Ogni tanto il desiderio di maternità fa prepotentemente capolino. Passerà) Finalmente riesco a distrarmi osservando il cavallo scuro nella zona centrale del dipinto!

 

 

 

 

 

Golubečkova S. P.

 

Antica cerimonia di nozze russa

 

Un’opera tutta al femminile! Vorrei essere una delle ragazze (certo dovrei migliorare la mia conoscenza del russo per fare conversazione!)

 

 

 

 

 

 

Karev S. D.

 

Il monastero dell’Assunzione di San Cirillo

 

Ho trovato mio quadro preferito nella mostra! Un antico edificio vicino a un corso d’acqua e il cielo.

 

Mi piacerebbe passare qui ogni giorno del tempo e scrivere i miei pensieri, inseguendo i sogni.

 

 

 

 

 

 

Karev S. D.

 

Sotto le mura del monastero dell’Assunzione di San Cirillo

 

Azzurro, verde, grigio; pochi colori. Forse per iniziare un viaggio. Forse per interminabili passeggiate. Forse per una sosta nella natura.

 

Ma ho nostalgia del rosso.

 

 

 

 

 

Šanin A. S.

 

Il Cremlino

 

Ah! Ecco tanti colori! Bene!

 

Dopo aver fatto il giro del mondo, sceglierei di essere felice dentro questo quadro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

www.pinacotecalbertina.it/

www.glazunov-academy.ru/

 

         Palazzo della Meridiana – Genova -  dal 14.02.2020 al 28.06.2020

 

 

 

“Sguardi genovesi”, un titolo che mi ha invitato subito alla visita, per cui eccomi qui già al secondo giorno di apertura in cerca, come spesso accade, di animali e, per questa volta, anche di bambini.

 

Il primo protagonista della mia selezione è un bel cavallo al galoppo nell’Allegoria con cavaliere e poeta di Andrea Ansaldo.

 

I bambini mi aspettano in una sezione loro dedicata. Questa parte della mostra è caratterizzata dalle pareti decorate da mongolfiere su fondo rosa che mi fanno pensare a una carta regalo destinata a una bambina…

 

Proprio in rosa è vestita Banetta, una bimba in posa con il suo futuro sposo, secondo l’usanza del XVII secolo.

 

 

Battista Chiavari e Banetta Raggi di Gio Bernardo Carbone

 

 

Un “terzo incomodo” si fa ammirare ai piedi della giovane fidanzata: un pappagallo che, forse, avrà un valore simbolico che non conosco. Mi diverto a pensare che sia un animale da compagnia della bambina.

 

 

 

Austera e riccamente vestita mi osserva la Bambina come Flora di Gio Enrico Vaymer. Mi appare così seria da sembrarmi tanto più grande della sua età.

 

 

 

Il Bambino con il suo cane di Domenico Fiasella mi ricorda le lacrime di un piccolo amico al quale di recente è morto il compagno di giochi a quattro zampe.

 

 

Il Fanciullo come Meleagro di Carlo Antonio Tavella e Gio Enrico Vaymer fa rivivere un antico mito con cinghiale, cane e leone!

 

 

 

Un altro leone, stilizzato in uno stemma, è nel ritratto de Il senatore Giacomo Raggi di Bernardo Strozzi.

 

 

 

 

 

Il doge Giovanni Battista Cambiaso dipinto da Angelo Giacinto Banchero non presenta né bambini, né animali ma ho qualcosa in comune con l’autore che, per simpatia, non posso tralasciarlo.

 

 

 

Incontro altri due bambini, probabilmente di origine africana, insieme alle loro dame.

 

 

Dama con moretto di Vincent Malò (particolare)

 

 

Dama con paggio moro di Gio. Bernardo Carbone (particolare)

 

 

Un cagnolino, che ha un suo valore simbolico, è ritratto insieme ad Annamaria Balbi Durazzo dal Mulinaretto mentre sullo sfondo due cigni nuotano in un laghetto.

 

 

 

 

 

La Fanciulla in abito rosso di Gio Carbone non è più una bambina ma mi piace ricordarla per il suo bel vestito.

 

 

 

 

E poi, in lontananza, proprio dietro le tuberose c’è il Monte di Portofino che mi emoziona in ogni occasione!

 

 

 

 

Parlando di emozioni, arrivano quelle regalate dai documenti! Ecco un inventario e un elenco di beni di due nobildonne! Che gioiosa conclusione!

 

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.palazzodellameridiana.it/da-cambiaso-magnasco-sguardi-genovesi/

 

 

 

Info

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