Colloquiando con alcuni piccoli

 

Al cimitero di Montoggio (Genova)

 

 

         Ciao Giovanni! Ti osservo, in una foto sbiadita, mi fissi con occhi che non ci sono più. Hai i capelli biondi e i pantaloncini. Mi aspetto di vederti correre e saltellare, come può fare un bambino di sei anni, la tua età per sempre dal 1943.

         Cara Adriana, non riesco a distinguerti nell’immagine rovinata dal passare del tempo. Riesco a intravedere solo una coroncina di fiori sui capelli; forse ornamento per un giorno speciale della tua vita, durata dal 1930 al 1944. Soltanto “l’adorato papà” ti ricorda nella lapide; forse la mamma già ti aspettava in Cielo.

         Fiorina! Sei bellissima! La tua foto, datata 1945, ti mostra con generosità nei tuoi eterni quattro anni. Hai un fiocco gigante sui capelli, bianco, come la maglia, i pantaloncini e le scarpine. “Fui amata”: così dice l’iscrizione sepolcrale, parlando a tuo nome rivolgendosi a mamma e papà, a cui mando un pensiero affettuoso da sorella nel dolore.

         Elena, “piccolo fiore trapiantato in Cielo”, non trovo il tuo volto. Solo due date: 1936-1945.

         Giacomo Lino, che bello il tuo colletto di pizzo! Come sono ben pettinati i tuoi capelli! Chissà quanto era orgogliosa di te la tua mamma nei cinque anni insieme, fino al 1928!

         Bruna Graziella, si parla di te come “caro angioletto”. Il 1947 ti ha visto sulla terra per meno di un mese ma, si sa, gli angioletti non sono per questa terra.

         Carlo e Giovanna, proprio un angioletto di marmo vi custodisce insieme. Siete quasi coetanei, tre e quattro anni, ma in tempi diversi, 1918 e 1948. Chissà quale legame di parentela vi univa con lo stesso cognome. E lo stesso destino.

         Margherita Luisa, la tua immagine è quella di una piccola salma. La tua vita è durata dal dicembre 1941 al 1942. Ti guardo con dolcezza.

         Bruna, che bel sorriso! Ha dodici anni, sei una signorina! Il 1940 ti ha portato via alla tua famiglia che ancora ti ricorda.

         Bruno, la foto che ricorda il tuo anno di vita, dal 1948 al 1949, è proprio quella che si immagina dei bimbi di un tempo. Sei senza vestiti e paffutello mentre fissi l’obiettivo. Con malinconia.

         Paolo, “caro angioletto”, quanto ti avrà voluto bene la tua famiglia – dal 1931 al 1934 – e quanto te ne vorrà ancora.

 

         Ti voglio bene anch’io, come a tutti gli angioletti che inseguo.

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